Soccorso stradale e auto di cortesia che venivano date ai clienti poi scaricati nelle spese chiedendo rimborso all’assicurazione. Non sempre però, stando alle accuse, il servizio sarebbe stato effettivamente fatto. In sei fatture una carrozzeria della Vallesina avrebbe dichiarato operazioni e interventi che sarebbero stati inesistenti. Ad accorgersi dell’anomalia era stato un importante gruppo assicurativo, con sede legale a Bologna, la Unipol Sai. Si appoggiava alla carrozzeria e aveva denunciato il legale rappresentante dell’attività finito a processo per tentata truffa continuata. Chiedeva un risarcimento di danni morali e patrimoniali di 30mila euro. Ieri la giudice Francesca Grassi ha assolto l’imputato, uno jesino di 41 anni, difeso dall’avvocato Federico Arcolai, perché il fatto non costituisce reato. Parte civile nel procedimento il gruppo assicurativo, rappresentato dall’avvocato Mario Scaloni. Stando alle accuse la carrozzeria avrebbe presentato all’assicurazione sei fatture per sei operazioni mai effettuate. Le fatture di riferimento riguardavano incidenti avvenuti tra il giugno del 2017 e luglio del 2018, con importi variabili, tra i 180 per i soccorsi stradali e i 500 euro per il noleggio. L’imputato, ascoltato ieri, ha chiarito che per due i soccorsi stradali erano stati fatti, per altri due non corrispondevano i nomi perché il noleggio era a nome del padre ma ne avevano usufruito i figli e per altri due si era trattato di un errore contabile subito ripianato.
ma. ver.