"Io ero un tuo fan quando correvi in pista". Ex noto motocilista professionista jesino viene così agganciato su Whatsapp e invogliato a effettuare investimenti in grado di aumentare di 20 volte il ‘capitale’, grazie a un esperto commercialista.
"Se versi 60mila euro avrai un guadagno certo di un milione e 200mila euro" l’esca nella quale il 61enne jesino è caduto. Tutto è iniziato il 24 ottobre scorso, quando la vittima, con un passato da motociclista professionista, si è rivolto al locale commissariato riferendo d’essere stato contattato su Whatsapp da una persona che diceva d’essere un suo fan dei tempi in cui gareggiava in pista.
Superato l’approccio iniziale, l’uomo ha proposto al malcapitato guadagni record indicandogli un commercialista che l’avrebbe indirizzato. La vittima si è mostrata disponibile ad effettuare dei versamenti di importo più ridotto, essendo impossibilitato a versare subito tutta la somma.
Ha così effettuato due bonifici istantanei all’iban comunicatogli dallo pseudo commercialista, uno dell’importo di 4.200 euro e l’altro di 11.700 euro. Recatosi in banca per verificare che gli fossero stati accreditati i soldi promessi dal sedicente commercialista, ha però capito di essere stato raggirato.
A quel punto non gli è rimasto altro che rivolgersi al commissariato che ha ricostruito il tutto compreso il fatto che la vittima aveva già effettuato bonifici a seguito di proposte di investimenti da parte di sedicenti promotori finanziari e l’episodio denunciato, purtroppo, non era che uno dei tanti.
Oltre a denunciare per truffa aggravata (perché a distanza e approfittando delle condizioni di vulnerabilità della vittima), il 71enne laziale intestatario del conto su cui il 61enne ha versato le somme gli agenti sono riusciti a bloccare i movimenti in uscita dal conto nel quale erano confluiti i soldi del malcapitato.
Mentre era in commissariato per la denuncia, l’ex motociclista è stato contattato da due diverse utenze cellulari.
L’interlocutore sosteneva di essere stato truffato, cercava di rassicurarlo e chiedeva informazioni su alcuni introiti che avrebbe dovuto ricevere dalla società sportiva per cui aveva in passato lavorato.
I poliziotti hanno ascoltato in tempo reale raccogliendo nuovi indizi. L’iban nel quale erano confluite le somme era abbinato ad un conto corrente delle Poste aperto in una filiale Laziale e intestato ad un cittadino del posto, il 71enne.
I poliziotti hanno anche proceduto al sequestro preventivo del conto.
Sara Ferreri