GIACOMO GIAMPIERI
Cronaca

Ex Caterpillar, si apre uno spiraglio: ma non basta

Incontro ieri con i sindacati, l’azienda disposta a reintegrare 70 dipendenti in un triennio: restano 21 esuberi. La vertenza non si ferma

Il presidio di ieri davanti all’Imr ex Caterpillar

Il presidio di ieri davanti all’Imr ex Caterpillar

Ex Caterpillar, ora l’Imr di Jesi sembrerebbe intenzionata a reintegrare 70 dipendenti, ma nell’arco del triennio (entro il 2027). Ovvero cinque lavoratori in più, rispetto al piano industriale che era stato presentato nelle scorse settimane e che, di fatto, non aveva convinto parti sociali e politica, riaprendo la vertenza.

Le novità sono arrivate ieri mattina, nel corso di un incontro nello stabilimento di via Roncaglia, cui hanno preso parte le organizzazioni sindacali e i rappresentanti della multinazionale. Seppure si va verso il reintegro, l’azienda sarebbe rimasta ferma rispetto alla volontà di riprogrammare il piano delle assunzioni (garantito nel 2022 al Ministero) a causa dell’attuale crisi dell’automotive. Subito dopo il vertice, Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil hanno riferito ai lavoratori riuniti in assemblea. La loro posizione è chiara: andare avanti nella vertenza, al fine che avvenga il completo reintegro dei 91 dipendenti, che erano stati garantiti precedentemente.

Ma nel nuovo piano industriale dell’azienda, al contrario, era emerso il ridimensionamento dell’organico da 91 a 65 dipendenti (con 26 esuberi): ieri quelle quote sarebbero state, appunto, parzialmente riviste. Altro nodo da sciogliere, le 20 mobilità per i lavoratori spuntate il 2 aprile scorso. Tanto che i sindacati hanno invocato chiarezza e chiesto che, laddove l’Imr dovesse confermare la decisione, le uscite avvengano solo su base volontaria. Ad ogni modo la posizione delle parti sociali è chiara e hanno preteso che, nel rispetto dell’accordo siglato tre anni fa, venga portato avanti il piano di reindustrializzazione, al fine di reintegrare totalmente i dipendenti.

Al presidio erano presenti anche alcuni consiglieri regionali del Pd, come Antonio Mastrovincenzo – che nei giorni scorsi era stato il primo firmatario di un’interrogazione dei dem per chiedere alla Regione se fosse intenzionata a chiedere "all’azienda di ritirare la procedura di licenziamento collettivo avviata" – e Manuela Bora, oltre al sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo che, dopo l’incontro della scorsa settimana in Comune, ha ribadito il pieno sostegno a lavoratori e lavoratrici, in quanto l’accordo sindacale "ad oggi non trova attuazione e sviluppo – ha ricordato la fascia tricolore –. Anzi, non è mai partito quasi nulla qui dentro e pure in assenza di un qualsiasi impulso significativo, siamo invece in presenza dell’apertura di una fase di licenziamenti collettivi. Questo è un dato inaccettabile per la nostra città. Diamo e continueremo a dare sostegno a chi lavora qui, ma anche alla storia del nostro territorio".

Prossimo aggiornamento tra le parti il 28 aprile. Si parlerà pure di un possibile nuovo anno di cassa integrazione straordinaria per gli operai che, se attivata, per le sigle dovrà prevedere integrazioni salariali.