Solo il Comune di Osimo, al momento, conta danni post alluvione del 18 e 19 scorsi per almeno due milioni di euro. Camerano, con l’Aspio in ginocchio, quasi altrettanti. Poco meno Marcelli di Numana. Il "Comitato 16 settembre", che si è ricostituito dopo l’alluvione del 2006 che devastò Osimo Stazione, sta chiedendo un incontro con il presidente regionale Francesco Acquaroli e con i parlamentari delle Marche di tutti gli schieramenti politici per poter lavorare insieme. "È indispensabile che tutti i parlamentari delle Marche e il nostro governatore ci permettano subito di illustrare il nostro piano per il ristoro dei danni dell’alluvione dei giorni scorsi – dice il portavoce Andrea Pesaresi -. Nel 2006, grazie all’aiuto di tutti i parlamentari, nessuno escluso, e alla lungimiranza dell’allora governatore Gianmario Spacca che ci permise di partecipare a tutti i tavoli, ci siamo agganciati alla legge di stabilità di fine anno del governo e in meno di un anno e mezzo sono arrivati tutti i ristori. Quest’ultima è stata un’alluvione grave ma molto più semplice da gestire rispetto a quella dell’Emilia Romagna e va coordinata in modo diverso altrimenti non vedremo un euro, almeno nell’immediato. I danni non sono paragonabili a quelli dell’Emilia. Pertanto dobbiamo adottare un sistema che già conosciamo bene. Nel 2006 appunto ottenemmo un risultato straordinario che l’allora presidente della Protezione civile Guido Bertolaso, sempre al nostro, fianco portava ad esempio nelle altre regioni per le calamità che accaddero dopo". Il comitato accarezza l’idea di chiedere a quei parlamentari di fare un emendamento in Finanziaria, al voto a dicembre, proprio come 18 anni fa, considerando la situazione locale a se stante rispetto alle altre italiane. Il comitato è al lavoro, sono oltre 200 le adesioni e al momento sta cercando persone che possano mettere a disposizione per alcuni mesi invernali appartamenti nella zona di Numana a favore di coloro che sono rimasti senza un tetto. "Sarebbe un gesto di grandissima solidarietà, magari ci sono alcuni appartamenti non utilizzati durante il periodo invernale che risolverebbero un grosso problema al quale le istituzioni non riescono a dare una risposta a medio termine. A giugno 2025 sarebbero di nuovo liberi per gli affitti estivi. Ci rivolgiamo anche ad agenti immobiliari che gestiscono appartamenti per la stagione più calda".
Silvia Santini