
"Sono tre volte che mia moglie 80enne, deve ripetere un esame del sangue per un errore delle strutture sanitarie, prima al distretto San Francesco di Jesi e poi all’ospedale Carlo Urbani". A parlare è un anziano jesino, A.S. le sue iniziali, che lamenta il disagio derivato dal doversi recare per tre volte in ospedale per lo stesso tipo di analisi del sangue. "In seguito al Covid mia moglie ha avuto dei disturbi, in particolare una disfunzione agli occhi che non si riesce a risolvere ¬ – spiega – Un esame particolare per gli anticorpi antirecettori acetilcolina, esame prescritto dal medico. Ma siamo alla terza puntura e speriamo anche l’ultima. La provetta con il sangue prelevato in questo caso va congelata e centrifugata. Le prime due volte non è stato fatto, né al S. Francesco, né all’Urbani. Si sono scusati per il disguido fatto sta che per la terza volta siamo dovuti tornare in ospedale e i tempi si sono allungati: pensi che il primo prelievo è del 18 maggio, quasi un mese fa e solo il 10 giugno data in cui dovevo ritirare il referto ho scoperto che il prelievo di sangue non era valido. L’11 giugno mia moglie è tornata a fare un nuovo prelievo ma l’indomani ci hanno chiamato dicendo che non era stata seguita la procedura corretta e che dovevamo tornare di nuovo in ospedale. Non è dignitoso".