Bar gestito da un abusivo mentre il titolare è in carcere per stupro. Revocata la licenza al locale. Ha chiuso i battenti per sempre, ieri mattina, il "Patron Bar Drink & Caffè" che si trova in via Flaminia, poco dopo la stazione ferroviaria. E’ stato il Comune, con lo sportello unico delle attività produttive (Suap), a revocare la licenza al pubblico esercizio che ha dovuto così abbassare le serrande. Che quel bar andava chiuso era stata anche la questura a segnalarlo al prefetto. Il questore Cesare Capocasa aveva scritto alla prefettura ad ottobre scorso perché dentro il locale e anche nelle sue immediate vicinanze erano accaduti ripetuti fatti gravi. Per risolvere il problema l’unica soluzione era togliere la licenza al proprietario per farlo chiudere. Risse, aggressioni e gente ubriaca che infastidiva tutto il rione erano molto frequenti. I residenti si erano più volte lamentati della situazione di degrado che si era creata attorno all’attività e avevano fatto un esposto. Il proprietario, un 45enne di origine dominicana, non si stava più occupando del bar perché a giugno scorso è finito in carcere, a Pesaro, per violenza sessuale di gruppo e stalking (è in misura cautelare). La ex compagna, 27 anni, lo aveva denunciato ad aprile. Stando alla donna il barista l’avrebbe costretta a fare sesso a tre e per un anno l’avrebbe tartassata di messaggi, telefonate e appostamenti minacciandola anche di morte. Era scattato il codice rosso per la vittima che, in sede di denuncia, aveva sostenuto anche l’uomo le aveva messo foto osé su siti di incontri.
La segnalazione arrivata alla prefettura era stata fatta per sottolineare come il dominicano non possedesse più i requisiti di moralità previsti dall’articolo 11 del Tulps e non era in grado nemmeno di vigilare e gestire l’attività fino che era finito in prigione. Il locale negli ultimi mesi era gestito da un suo conoscente, senza titolo. Una gestione irregolare stando alla questura e segnalata anche all’ispettorato del lavoro che ha fatto al 45enne una multa di 2.500 euro perché il gestore non era nemmeno assunto. Il bar negli ultimi due anni era diventato un ritrovo di persone ubriache e anche pregiudicati. Il questore ne aveva disposto la chiusura per due volte. A settembre scorso la polizia aveva arrestato due clienti per resistenza, violenza, minaccia e oltraggio a pubblico ufficiale. Per fermarli un poliziotto aveva dovuto usare il taser. Ad aprile scorso c’era stata anche una rissa tra clienti. A gennaio scorso il questore aveva fatto sospendere l’attività per dieci giorni. Un cliente ubriaco aveva discusso con altri avventori ed era stato picchiato. C’erano stati interventi anche per la musica tenuta ad alto volume.