"Mi avvalgo della facoltà di non rispondere". Così il 46enne Simone Gresti ieri pomeriggio collegato da remoto dalla caserma di Jesi con il gip Carlo Masini, durante l’interrogatorio di garanzia relativo all’accusa di spaccio di cocaina e maltrattamenti nei confronti della sua ex Andreea Rabciuc, la 27enne di origini rumene scomparsa nel nulla il 12 marzo di due anni fa per poi emergere il 20 gennaio scorso (quando sono stati trovati i suoi resti in un casolare abbandonato a meno di un chilometro dal luogo della sua scomparsa). Un interrogatorio durato meno di cinque minuti e durante il quale Gresti non ha voluto rispondere alle domande. "Il mio assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere, valuteremo come muoverci. Questa è solo una parte dell’indagine" si limita a dire all’uscita dalla caserma il suo legale Emanuele Giuliani. Spaccio ma anche maltrattamenti nei confronti della 27enne di origini rumene i reati che gli vengono contestati a Gresti che vive con i genitori a Moie. Perché a quanto pare la ragazza avrebbe chiesto aiuto per i maltrattamenti e le botte che subiva e si era rivolta anche ad un centro antiviolenza, oltre a voler uscire dal tunnel della droga (era intenzionata ad entrare in comunità). Lui stava dormendo martedì mattina quando, alle 10,30 gli sono stati notificati gli arresti domiciliari dai carabinieri del Nucleo Radiomobile della compagnia di Jesi i quali, dopo lunga attività di indagine, hanno ricostruito una serie di attività di spaccio posta in essere dal 46enne di Moie, ex camionista il quale resta l’unico, indagato anche per omicidio volontario, sequestro di persona e, in alternativa, istigazione al suicidio della ragazza. Indagini queste ultime non chiuse e per le quali Gresti non è stato ancora interrogato. Le indagini sono partite a marzo del 2022 (periodo della scomparsa della ragazza, dopo un’ultima notte turbolenta trascorsa con Gresti e altri due conoscenti all’interno di una roulotte sulla Montecarottese) e hanno fatto emergere numerosi episodi in cui avvenivano fenomeni di spaccio di stupefacenti, e in particolare di cocaina, nei confronti di diversi giovani della Vallesina. Restano ancora sotto sequestro i telefonini e tablet che erano di Andreea e di Gresti al quale è stata restituita nel frattempo l’auto dove erano state trovate minime tracce ematiche di lei. L’attività investigativa, per ora, si è conclusa con l’applicazione di una misura cautelare degli arresti domiciliari disposti dal giudice per le indagini preliminari, su richiesta del pubblico ministero Irene Bilotta che ha diretto le indagini. Gli inquirenti propenderebbero per l’istigazione al suicidio da parte di Gresti, suicidio avvenuto dopo quell’ultima notte turbolenta nella roulotte, in un casolare distante appena un chilometro dal luogo del festino, Del caso si è tornato a parlare ieri sera alla trasmissione "Chi l’ha visto?" che si è occupata per oltre due anni prima della scomparsa poi del ritrovamento dei resti su cui si stanno completando gli accertamenti.
CronacaDroga e maltrattamenti su Andreea. Gresti fa scena muta davanti al Gip. Il giallo della ragazza resta tutto