PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Dopo due anni di tagli L’istituto storia Marche rischia di scomparire con i suoi 40mila volumi

Se nei prossimi quindici giorni non arriverà una cifra di 70mila euro l’istituzione chiuderà i battenti. Nacque nel 1970 come istituto di liberazione. Oggi è un organismo di divulgazione scientifica.

Dopo due anni di tagli  L’istituto storia Marche  rischia di scomparire  con i suoi 40mila volumi

Dopo due anni di tagli L’istituto storia Marche rischia di scomparire con i suoi 40mila volumi

di Pierfrancesco Curzi

Una variazione di bilancio subito, entro il mese corrente, altrimenti l’Istituto di Storia delle Marche chiuderà i battenti assieme ai suoi 40mila volumi. Una fine lenta e mesta di uno dei patrimoni storici più importanti delle Marche, scrigno di memoria e cultura di cui la giunta regionale sembra voler fare a meno. Per la prima volta, dopo mezzo secolo di vita, nel 2021 i responsabili di Palazzo Raffaello hanno tagliato la copertura dei costi sostenuti annualmente dall’ex Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione delle Marche, poi abbreviato in Istituto di Storia delle Marche. Taglio confermato nel 2022 e che adesso dovrebbe essere mantenuto anche nell’anno in corso.

Nei prossimi dieci-quindici giorni si decide il futuro dell’istituto. Si parla di un contributo a rendicontazione che annualmente si aggira attorno ai 60-70mila euro, soldi che servono per coprire le spese vive, le manutenzioni, le attività di ricerca, le iniziative culturali e soprattutto due stipendi: quello di un archivista professionista, Roberto Lucioli, e di una figura di segreteria per mandare avanti l’attività. Ogni scelta in materia di bilancio e di contributi da elargire è libera e legittima da parte di un’amministrazione pubblica, ma togliendo quel contributo si sta uccidendo il futuro della storia contemporanea delle Marche. E l’allarme lanciato dai vertici dell’ISM i cui incarichi sono tutti in formula gratuita – secondo cui la situazione non è difficile, ma drammatica. Entro la prima metà di luglio, infatti, la Regione dovrà deliberare le variazioni di bilancio e lì si vedrà se l’ISM a fine anno potrà contare o meno su quel contributo. Nato nel 1970 come Istituto per la Storia del movimento di liberazione delle Marche, negli ultimi anni ha superato i vecchi confini della storia resistenziale, trasformandosi in un organismo di ricerca e di divulgazione scientifica sulla storia della società, della politica e dell’economia marchigiana e nazionale in età contemporanea. Con il suo patrimonio librario l’ISM possiede la più fornita biblioteca di storia contemporanea delle Marche. A questa aggiunge un’emeroteca storica formata da circa 2.000 testate, più una preziosa raccolta di numeri unici marchigiani stampati nel Novecento. A ciò si sommano, infine, circa 1.300 fascicoli di documenti che compongono un archivio riconosciuto nel 1992 dalla Soprintendenza archivistica delle Marche come ‘archivio di notevole interesse storico’. Il Presidente dell’ISM è il Prof. Franco Amatori (Università Bocconi), i vicepresidenti il Prof. Roberto Giulianelli (Università Politecnica delle Marche), la prof.ssa Carla Marcellini e il direttore scientifico è il Prof. Amoreno Martellini (Università di Urbino).