Donne, futurismo e Marinetti: "Testi brutali come una canzone rap"

Daniele Timpano ed Elvira Frosini stasera ospiti del festival "La Punta della Lingua" alla Mole di Ancona

Donne, futurismo e Marinetti: "Testi brutali come una canzone rap"

Donne, futurismo e Marinetti: "Testi brutali come una canzone rap"

E’ lo spettacolo "Disprezzo della donna. Il futurismo della specie" di Daniele Timpano ed Elvira Frosini il clou dell’odierna giornata del festival di poesia "La Punta della Lingua". Questa sera (ore 21.30, ingresso 12 euro) nella corte della Mole Vanvitelliana di Ancona i due artisti affronteranno il rapporto ‘conflittuale’ tra il movimento che voleva rompere con tutti i retaggi del passato e le donne che in buon numero militarono tra le sue fila, nonostante la palese misoginia di Marinetti e buona parte dei suoi sodali. Ecco l’intervista.

Daniele Timpano, che dire di questa contraddizione? Nel suo celebre ‘Manifesto’ Marinetti parla di ‘glorificare il disprezzo della donna’.

"E’ una contraddizione irrisolta, lungo tutta la storia del movimento, una storia che è assai più lunga di quanto alcuni pensano: quasi tre decenni, fino al 1944. Dentro ci sono voci discordi, persone diverse per estrazione sociale, idee politiche, età e sesso. Tutto si amplifica durante la Prima guerra mondiale. Gli uomini sono al fronte, e le donne occupano gli spazi che si sono liberati. Comprese le riviste culturali, anche se alcuni uomini continuano a scrivere dalle trincee. Qualcosa succede nel mondo. Basti pensare alle suffragette".

Aderire al futurismo cosa significa per una donna di quel tempo?

"Per alcune è la possibilità di uscire da una vita ‘chiusa’ di provincia. In altre c’è voglia di anticonformismo. Ma le situazioni sono varie. C’è chi dopo la guerra si sposa, chi continua a scrivere, ma magari solo perché è una donna ricca, nobile".

Eppure resta questo conclamato ‘disprezzo’.

"Il Manifesto di Marinetti non va letto alla lettera. Rispecchia una posizione irrazionalista, autocontraddittoria. E’ contro la visione tradizionale della donna romantica. La psicanalisi direbbe che questo disprezzo confina con la paura della morte. In un romanzo nel 1908 Marinetti scrive un romanzo in cui il protagonista crea, da solo, un figlio meccanico, quindi immortale. E’ un’immortalità per interposta persona".

Nel suo ‘Manifesto della donna futurista’ la francese Valentine de Saint-Point scrive: ‘Per restituire una qualche virilità alle nostre razze infiacchite nella femminilità, bisogna educarle ad una virilità spinta fino alla brutalità’. E poi: ‘Ma nella fase di femminilità in cui viviamo soltanto l’eccesso contrario è salutare: è il bruto che va proposto a modello’. Abbastanza allucinante.

"Il bello dei testi a cui è ispirato lo spettacolo è proprio la loro contraddittorietà. Anzi, lo spettacolo amplifica tali contraddizioni. Ci sono elementi confusamente progressisti, e affermazioni che invece sono molto progressiste. Si parla di diritto di voto, di divorzio, di distruggere la famiglia e dare i figli allo Stato, in modo che sia esso ad allearli. Si dice anche che la condizione sociale di bambini e bambine non deve influenzare il loro futuro".

E’ uno spettacolo che parla anche al presente?

"Sì, molti testi sono interessanti da leggere perché evocano l’attualità. E lo sono anche dal punto di vista linguistico. A volte sono iperletterari e brutali come una canzone rap".

Raimondo Montesi