Stamira, Maria Montessori, Virna Lisi, Marie Curie e poche altre: sono solo il 3 per cento del totale le strade, le vie, le piazze (su circa 600 toponimi) dedicate a figure femminili nella nostra città, a riprova del fatto che anche la toponomastica non si cura granchè delle donne e del loro operato. Il tema verrà affrontato e approfondito domani nella Sala Consiglio comunale alle 15.30, nel corso dell’incontro dal titolo "La storia delle donne, i nomi delle donne" incentrato sull’urbanistica di genere, dove le donne sono spesso dimenticate anche nei nomi delle strade. Il convegno è organizzato da Reti Culturali Odv in collaborazione con l’associazione nazionale Toponomastica femminile, Amad, Freewoman, Deputazione Storia Patria Marche, Terzavia, Associazione di Storia Contemporanea e il sostegno di Csv Marche e Coop 3.0.
"Il 90 per cento dei luoghi dedicati a persone sono intitolati a uomini – sottolinea la presidente di Reti Culturali Marina Turchetti – questo di fatto oscura le vite di donne che hanno lasciato una traccia nella storia del territorio e oltre, è un modo di fare violenza alle donne, di cancellarle, sottraendole di fatto come modello alle nuove generazioni, abituate ai soli modelli maschili". Non a caso l’incontro si inserisce nel calendario di eventi organizzati in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Eppure, come precisa Turchetti, in passato ci sono state diverse sollecitazioni da parte di Reti Culturali affinché si intitolassero vie anche alle donne, tutte però cadute nel vuoto. "Speriamo che qualcosa inizi a muoversi – prosegue – ad esempio potrebbero intitolare una sala della Mole Vanvitelliana ad Artemisia Gentileschi. Ormai da qualche anno lo studio dell’urbanistica si è intrecciato con quello della toponomastica di genere per disegnare città più inclusive e contrastare la cancellazione storica subita da artiste, politiche o scienziate. Lo spazio pubblico ad oggi restituisce a chi lo attraversa quasi solo nomi di uomini, che siano eroi di guerra, compositori, scienziati e poeti, a costante memoria del loro valore. Rappresentano circa il 90 per cento dei luoghi dedicati a persone. Non basterà a sradicare il retaggio di una cultura patriarcale che spesso dimentica le donne, è tuttavia un modo importante per ricordare il valore e il ruolo che le donne hanno nella società".
Reti culturali ha organizzato il convegno assieme ai partner Toponomastica femminile, Amad, Freewoman, Deputazione Storia Patria Marche, Terzavia, Associazione di Storia Contemporanea e il sostegno di Csv Marche e Coop 3.0. Dopo i saluti istituzionali delle assessore Orlanda Latini e Antonella Andreoli e di Viviana Caravaggi Vivian presidente dell’Ordine degli Architetti di Ancona, seguiranno interventi di Maria Pia Ercolini presidente dell’associazione nazionale Toponomastica femminile, Chiara Belingardi docente del master Città di Genere, Antonello Alici professore di Storia dell’Architettura dell’Università Politecnica delle Marche, con Monica Prencipe, architetta esperta in storia dell’architettura femminile. L’immagine scelta per la locandina è quella di Stamira, uno dei pochi nomi di donne presenti nello stradario cittadino, con la maggior parte delle intitolazioni dedicate alla Madonna o a Sante. L’incontro è aperto a tutti e gratuito.