MARINA VERDENELLI
Cronaca

Dirottano i soldi della onlus. Centomila euro sul conto di una badante nigeriana

A giudizio la donna e il figlio: sono accusati di riciclaggio e frode informatica

A giudizio la donna e il figlio: sono accusati di riciclaggio e frode informatica

A giudizio la donna e il figlio: sono accusati di riciclaggio e frode informatica

Volevano aiutare una Onlus impegnata a garantire il diritto allo studio dei bambini nei paesi colpiti da guerre e povertà, come l’Africa e il Medio Oriente, ma invece di bonificare il denaro raccolto all’associazione questo è finito sul conto corrente di una badante nigeriana, residente ad Ancona con il figlio, che nulla aveva a che vedere con la fondazione umanitaria. I due si sarebbero appropriati di quasi 100mila euro, pronti per essere girati su un conto estero. Ad intercettare la truffa è stata la banca, una filiale del quartiere del Piano, dove il bonifico è finito per essere accreditato sul conto della nigeriana. L’istituto di credito ha capito che c’era qualcosa di strano su una somma così elevata e ha attivato il proprio ufficio anti frode, bloccando temporaneamente il conto della cliente e avvisando chi aveva fatto il bonifico, un’organizzazione religiosa irlandese. Madre e figlio, di 64 e 39 anni, sono stati rinviati a giudizio dalla giudice Francesca De Palma e per loro si aprirà il processo il 2 luglio. Sono accusati di riciclaggio, frode informatica e falsificazione di comunicazioni telematiche in concorso. Sono difesi dall’avvocato Antonio Gagliardi. Tra l’agosto del 2018 e novembre del 2020, quando è avvenuto poi concretamente il bonifico, avrebbero fatto in modo di ricevere loro il denaro che la pastorale irlandese aveva raccolto per una onlus con sede a Roma. Stando alle accuse avrebbero attuato la truffa nota con il nome "man in the middle", un attacco informatico in cui qualcuno, segretamente, ritrasmette o altera la comunicazione tra due parti che credono di comunicare direttamente tra loro. Alterando il sito web e la mail della Onlus avrebbero intercettato la donazione infiltrandosi nella comunicazione e spacciandosi per la Onlus e indicando al benefattore un conto corrente diverso da quello noto giustificando il cambio di numero perché la cifra era cospicua e la banca non poteva bonificarla sul vecchio conto quindi ne avevano aperto uno nuovo. Ricevuta la somma avrebbero prelevato in contanti trasferendo il denaro in altri conti anche esteri in modo da farne perdere le tracce. Dopo l’alert della filiale anconetana il rappresentante legale della Onlus, un romano di 79 anni, ha sporto denuncia ai carabinieri che hanno avviato una indagine. La nigeriana è stata sentita e stando alla sua versione sapeva dell’arrivo di quel denaro perché aveva chiesto aiuto ad una associazione del suo paese, per pagare dei debiti, e una donna, di cui ha ricordato solo il nome, le aveva promesso che sarebbe stata aiutata.

Marina Verdenelli