Non funzionava perché difettoso e senza la giusta copertura o è stato fatto scaricare appositamente perché l’allarme si azionasse solo quando era entrato in casa? E’ iniziato con una lunga analisi sul braccialetto elettronico, ieri mattina, il processo in Corte d’Assise ad Ancona, per l’omicidio di Concetta Marruocco, l’infermiera di 53 anni, originaria di Torre del Greco, uccisa con 42 coltellate dal marito Franco Panariello, 56 anni, anche lui campano, a Cerreto d’Esi meno di un anno fa.
A fornire indicazioni sul dispositivo, che la notte del 14 ottobre 2023 non ha funzionato avvertendo in tempo la vittima dell’avvicinamento del coniuge da cui si stava separando, sono stati i carabinieri di Fabriano, di Cerreto d’Esi e del Reparto operativo di Ancona. Un braccialetto elettronico "che ha dato sempre problemi, anche la notte stessa del delitto sono arrivati messaggi che la batteria era in esaurimento, non era stato caricato o verosimilmente era spento", hanno spiegato i militari. Il comandate dei carabinieri di Cerreto ha detto che aveva "segnalato il problema anche a Fastweb" perché spesso non c’era campo e il sistema non lo individuava più e quindi suonava. Due in sostanza gli allarmi che il bracciale può emettere e che sono stati argomento di domande e spiegazioni in aula. "Un tipo è quello se oltrepassa la distanza di sicurezza stabilita dentro una zona di coprifuoco - ha spiegato un militare del reparto operativo - e lavora sui ponti telefonici (come i cellulari, ndr). L’altro è come un antitaccheggio, si attiva a distanza molto ravvicinata, di uno o due metri quando ormai i soggetti sono a contatto. Questo si attiva sulla vittima se il bracciale opposto si scarica".
Il dispositivo di Marruocco quella notte non ha suonato, ha suonato solo quello della figlia 17enne (il divieto di avvicinamento era anche alla figlia) quando però il padre era già dentro casa e stava uccidendo la madre. Se fosse stato scarico o mal funzionante non è stato chiarito dai carabinieri che già alle 17 dello stesso giorno però erano andati alla frazione di Cancelli, dove abitava Panariello, a pochi chilometri da Cerreto, perché era arrivato un allert in centrale ad Ancona che segnalava che non era più visibile il braccialetto dell’imputato. c’era mancanza di connessione.
"Panariello era a casa - ha spiegato un carabiniere di Fabriano - capitava spesso che l’allarme suonava ma lui era a casa. C’era poca copertura a Cancelli". Dopo le 17 non sarebbero arrivati in centrale altri allarmi di mal funzionamento o copertura. Come mai? Un punto che il processo mira a sciogliere anche perché se il bracciale è stato fatto scaricare di proposito potrebbe ravvisarsi anche una premeditazione. Panariello, difeso dall’avvocato Ruggero Benvenuto, e a processo con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato dal vincolo di parentela e dalla minorata difesa (per l’ora notturna), per l’utilizzo dell’arma e per aver violato il divieto di avvicinamento alla vittima. Sul funzionamento del braccialetto elettronico e sull’appalto a Fastweb il pm Paolo Gubinelli ha detto in aula che c’è un’informativa a parte e verrà prodotta nella prossima udienza con il consenso delle parti. E’ stata fatta anche una perizia che chiarirà il funzionamento. Dopo il delitto il bracciale è stato trovato integro ma scarico. In aula ieri sono state mostrate le foto del ritrovamento del corpo martoriato dalle coltellate, analizzate da un militare della Scientifica dei carabinieri che ha parlato di "accanimento sul corpo". Prossima udienza il 25 ottobre per sentire l’imputato.