Un febbraio mite e una primavera molto piovosa hanno impedito la fioritura degli ulivi, la grandine dei giorni scorsi ha causato non pochi danni anche ai vigneti. Cambiamenti climatici che si tradurranno per la provincia di Ancona in un calo produttivo che molto probabilmente comporterà nuovi rincari sulle tavole dei marchigiani e non solo. "Alcune varietà di ulivo – spiega Lorenzo Mosci, produttore e titolare di un oleificio a San Marcello – quest’anno stanno soffrendo e non poco. II calo della produzione riguarda un po’ tutte le varietà, ma la più colpita è il leccino che arriva anche ad un meno settanta per cento. A causa del clima molto mite di gennaio e febbraio e poi delle abbondanti piogge di marzo ed aprile la pianta è come rimasta bloccata e non è riuscita a buttare fuori i fiori. Per restare alle nostre zone il leccino rappresenta circa un 30 per cento della produzione ma ha una resa di olio particolarmente alta. Mentre la varietà più diffusa nelle nostre zone è la raggia che, essendo meno sensibile agli sbalzi metereologici, ha sofferto meno".
La scarsa presenza di olive sulla pianta, come spiega Lorenzo Mosci, potrebbe comportare un aumento dei costi di raccolta e produzione. "Presto per dire se ci saranno rincari – spiega Mosci – per ora il costo dell’energia si è abbassato ma mancano ancora quattro mesi a novembre quando avverrà la molitura. Sicuramente con il calo delle olive sulle piante si ha un aumento dei costi di produzione, dovendo comunque mettere le reti per la raccolta a prescindere dalla quantità". Ma non è tutto perché i produttori di olio extravergine di oliva così come quelli di vino, in particolare Verdicchio e Lacrima di Morro d’Alba proprio in questi giorni stanno facendo la conta dei danni. "La nostra zona non è stata molto colpita dalla grandine per fortuna – spiega Mosci – ma tra Morro d’Alba, Santa Lucia e Monte San Vito i danni sono stati importanti e i problemi si ripercuoteranno anche nel prossimo anno con un calo di produzione". Per Mosci "l’unica arma che abbiamo contro questi cambiamenti climatici è rappresentata dall’assicurazione in grado di metterci al riparo da rischi. Noi abbiamo un utile a cielo aperto e non possiamo permetterci di perdere tutto – rimarca – Già oggi lo Stato sostiene questa forma di garanzia, ma dobbiamo fare in modo che il sostegno resti per fare in modo che possiamo continuare ad assicurarci nonostante l’incremento dei fenomeni che mettono a rischio le produzioni".
"L’ultima grandinata, la scorsa settimana – spiega Leonardo Fiorenza della Follonica di San Paolo – in ogni grappolo ha lasciato il segno. Fosse successo tra due-tre settimane con i grappoli più maturi probabilmente avremmo perso tutto. Siamo in attesa del perito per la quantificazione del danno". Danni importanti anche a Morro d’Alba dalla grandinata di due settimane fa: "Il danno è quantificabile tra il 20 e il 40 per cento" spiega Paolo Lucchetti dell’omonima cantina che produce il vino Lacrima.
Sara Ferreri