Ancona, 27 settembre 2024 – Emilia-Romagna e Marche alla conta dei danni dopo le alluvioni di una settimana fa: disastro tra Ravennate, Bolognese e parte della Romagna, mentre nelle Marche è stata colpita soprattutto la zona costiera. Ieri, la Protezione civile nazionale ha bollinato l’ordinanza 1101, che definisce le procedure per i primi interventi urgenti dopo il riconoscimento di stato di emergenza.
Presidente Francesco Acquaroli, lei è stato nominato commissario delegato per il governo, come si procederà?
"Al momento ci sono 4 milioni a disposizione per le Marche. Con l’assessore Aguzzi e i tecnici della Regione ho incontrato i sindaci dei Comuni colpiti per fare il punto della situazione. Le amministrazioni locali stanno raccogliendo le istanze per la ricognizione dei danni da trasmettere alla Protezione civile nazionale. Il primo obiettivo è di avviare una serie di interventi in somma urgenza per ripristinare le condizioni di sicurezza della popolazione e anche la funzionalità delle infrastrutture danneggiate".
Il maltempo ha provocato danni nella fascia costiera della regione, specie tra Anconetano, Maceratese e Piceno. Fiato sospeso a Senigallia, ma a due anni dalla disastrosa alluvione del 2022 il fiume Misa ha retto, anche perché nell’entroterra è piovuto poco.
"Va detto che le precipitazioni si sono concentrate nella zona costiera e collinare, ma evidentemente i lavori di mitigazione del rischio idrogeologico e la massiccia opera di manutenzione straordinaria eseguita sul Misa hanno dato risultati importanti. Pensi che dal letto è stato cavato mezzo milione di metri cubi di terra e detriti, l’equivalente di un palazzo di venti piani con base un campo da calcio, per ripristinare le condizioni di sicurezza idraulica. Ora contiamo di intervenire anche sugli altri corsi della regione, tempo e risorse permettendo. Ogni anno mettiamo in bilancio 7 milioni di euro per la manutenzione dei fiumi: ne servirebbero molti di più, ma intanto cerchiamo di intervenire con le risorse disponibili dopo anni di abbandono".
Troppo spesso si opera in emergenza dopo alluvioni e disastri, mentre si dovrebbe intervenire in modo strutturale. Ma le procedure ordinarie hanno tempi biblici.
"Va cambiato l’approccio, perché il ritardo accumulato nel Paese è pluridecennale. Alcune novità sono state introdotte dal governo e la materia è complessa. Il tema è che bisogna recuperare il tempo perduto, dando risposte importanti in termini di investimenti. Gli imprenditori e i cittadini ci chiedono prima di ogni altra cosa, anche prima dei ristori, la manutenzione straordinaria dei fiumi per poter vivere e lavorare in sicurezza".
Il piano del commissario da 130 milioni prevede una serie di opere strutturali (nuovi ponti, casse di espansione, argini) su Misa e Nevola. Ci vorranno anni: ecco, in quanto tempo potremo dichiarare quel territorio ragionevolmente sicuro, ammesso che il rischio zero non esiste?
"Il rischio è stato notevolmente ridotto col lavoro di pulizia che abbiamo fatto e continueremo a fare. Credo che in due o tre anni il piano possa essere in una fase molto avanzata. Molte opere sono in fase di progettazione. Abbiamo presentato, ad esempio, il nuovo ponte di Pianello di Ostra e il ponte Garibaldi di Senigallia, opere moderne e sicure realizzate a un’unica campata, senza pile in alveo, rispettando il franco idraulico".
È stato potenziato il sistema di allertamento?
"È stato predisposto un potenziamento del sistema di allertamento, implementando ad esempio il sistema dei pluviometri, alcuni dei quali, nel 2022, furono travolti dalla piena".
Sul fronte dei ristori?
"Relativamente ai ristori abbiamo erogato nel 2023 tutti i primi ristori da 5mila e 20mila euro per privati e imprese per un totale di 24 milioni. Ora siamo alla fase di erogazione dei ristori ’pesanti’, abbiamo erogato i primi 5 milioni e procediamo di pari passo con le rendicontazioni".