Antonio (Nino) Mancini, ex boss della banda della Magliana, è l’ex collaboratore di giustizia (era il 1994) che da tempo vive a Jesi. Mancini, nella banda l’Accattone, ha ispirato il personaggio di Ricotta in Romanzo Criminale. Quattro omicidi, una vita da protagonista nella criminalità degli anni ‘70. Nella banda l’Accattone aveva il compito di rintracciare, raggiungere e quindi convincere (in ogni modo) i debitori a saldare le pendenze con la stessa banda. Arrestato nel 1981, nel 1994 si pentì e divenne collaboratore di giustizia rivelando parecchi particolari sul delitto Pecorelli indicando in Massimo Carminati l’esecutore. Ebbe due figlie, una residente nelle Marche. L’altra avuta dalla Fabiola Moretti, la ‘primula rossa’ della Banda della Magliana vive a Roma. Ha ammesso di aver ucciso quattro persone "guardandole negli occhi", di carcere ha fatto undici anni, ma "perchè mi hanno preso col sangue che colava" ha dichiarato. E’ stato condannato a 28 anni per quattro omicidi. "Moralmente mi sento responsabile di tutti" ha dichiarato. A Jesi ha aiutato i disabili guidando il pulmino. Scelse le Marche come dimora da collaboratore di giustizia perché le vie del quartiere da dove veniva, San Basilio, sono nomi di tutti paesi delle Marche.
CronacaDa killer a collaboratore di giustizia