
Cyberbullismo sulle chat di scuola C’è l’ammonimento del questore
di Marina Verdenelli
"E’ brutta" oppure "E’ una cicciona" e anche offese sull’orientamento sessuale che non è gradito dal gruppo ed etichetta il ragazzino di turno come uno diverso con cui non uscire e addirittura da non invitare alle feste di compleanno. Le persecuzioni che già in tenera età sbocciano in bullismo e cyberbullismo viaggiano per lo più sulle chat scolastiche e colpiscono alunni che hanno anche meno di 14 anni. Nella messaggistica di classe si prende in giro l’aspetto estetico delle ragazzine, evidenziando difetti fisici che fanno male a chi la critica è pesantemente rivolta mentre per i maschi la presa in giro è per chi ha manifestato palesemente la propria omosessualità. E’ quanto emerge dalle segnalazioni arrivate alla polizia, molte direttamente dalle scuole, rese note in concomitanza con la giornata internazionale contro bullismo e cyberbullismo che si è celebrata ieri.
Per frenare certi atteggiamenti la questura informa che si può intervenire anche con l’ammonimento del questore, prima che le vicende prendano le vie penali, ed elenca una serie di comportamenti che rientrano nelle principali manifestazioni di cyberbullismo. Come ll "flaming", la battaglia verbale online di messaggi violenti e volgari tra due contendenti che hanno lo stesso potere e che si affrontano ad armi pari, per una durata temporale limitata; il "sexting", l’invio di immagini e messaggi con esplicito riferimento sessuale attraverso smartphone o pc, con diffusione su app di messaggistica o socialnetwork; poi ci sono i messaggi insultanti e volgari che vengono inviati ripetutamente nel tempo, attraverso l’uso del computer o dello smartphone (catalogato come "harassment"). E ancora "cyberstalking", molestare una persona attraverso dispositivi di comunicazione elettronica, "sextortion", immissione su internet di messaggi e immagini sessualmente esplicite con finalità estorsive, "challenges autolesionistiche", la forma di attacco al corpo per mostrare il proprio coraggio a se stessi e agli altri, in cui vince chi riesce a sopportare più a lungo il dolore, il tutto documentato e diffuso online, "hatespeech", la pubblicazione di contenuti a sfondo razzista o di incitamento all’odio sulle piattaforme digitali.
Chiedere l’intervento con un ammonimento del questore è possibile per i minori di 14 anni, purché alla presenza di un genitore o tutore. L’ammonimento garantisce l’immediata cessazione di comportamenti vessatori attuati attraverso gli strumenti informatici e digitali, tanto diffusi tra i giovani. Anche l’insegnante, fino a quando non c’è stata ancora una denuncia, può attivare la procedura di ammonimento. In questo modo si può evitare con tempestività che il contenuto offensivo diventi virale, si evita il protrarsi della condotta persecutoria e fa cessare episodi di cyberbullismo ancora embrionali o ai primi stadi.