Crisi alla Cnh industrial, incontro fiume ieri tra azienda e sindacati decisi a scongiurare il ridimensionamento dello stabilimento di via Giovanni Agnelli che oggi dà lavoro a 950 persone più l’indotto. Una lunga trattativa iniziata ieri mattina alle 9,30 e conclusasi dopo le 20. "Dentro stanno lavorando alla stesura di un accordo scritto con l’obiettivo di mantenere il doppio turno come avevamo deciso ieri (lunedì, ndr) in assemblea" commentavano fuori dai cancelli della Cnh ieri alcuni operai preoccupati per il loro futuro. Dopo le 20 sono usciti alcuni sindacalisti ma le bocche sono rimaste cucite in attesa dell’assemblea coi lavoratori prevista per stamattina alle 9. In serata comunque azienda e sindacati hanno preparato una bozza di accordo da sottoporre, passata la notte ai dipendenti. Secondo rumors al tavolo della trattativa sarebbe stata individuata la strategia per evitare la riduzione dagli attuali due al turno unico centrale, probabilmente con l’utilizzo della cassa integrazione straordinaria, uscite incentivate e prepensionamenti. Oggi sarà l’assemblea dei lavoratori a dare il via libera o meno a quell’accordo ottenuto dopo una lunga trattativa durata l’intera giornata ieri. L’azienda la scorsa settimana ha comunicato di voler passare a un turno unico giornaliero per recuperare i costi sul 2024. Il mercato dal 2021 ad oggi avrebbe subito una flessione del 25% con un probabile ulteriore calo per il 2024, quest’ultimo variabile dal 5 al 15 per cento. Per l’azienda questa situazione di calo del mercato sarebbe diventata strutturale: non ha ipotizzato miglioramenti nei prossimi due o tre anni. Di qui la richiesta di sostituire la cassa integrazione con uno strumento straordinario e dichiarare degli esuberi.
I sindacati Fim, Fiom e Uilm ritengono che "pur essendoci delle difficoltà nel settore, esse come nel passato, possono essere gestite e superate con modalità diverse" come hanno spiegato. Da loro è arrivata l’indisponibilità a passare al turno unico che avrebbe aumentato il numero degli esuberi e depotenziato anche per il futuro lo stabilimento. "Temiamo fortemente che in futuro i trattori da produrre non saranno più portati a Jesi" hanno dichiarato. Se l’azienda fosse stata irremovibile sul turno unico l’incontro di ieri si sarebbe interrotto in pochi istanti. Così non è stato e anzi la trattativa si è protratta per ore. Circostanza che ha fatto passare una notte meno angosciata ai dipendenti.
Sara Ferreri