SILVIA SANTINI
Cronaca

Crisi Beko, segnali di speranza: "L’azienda vuole investire ancora"

Tavolo al ministero dopo il corteo dei lavoratori di Fabriano. Esuberi sul piatto, i sindacati: "La lotta continua"

Tavolo al ministero dopo il corteo dei lavoratori di Fabriano. Esuberi sul piatto, i sindacati: "La lotta continua"

Tavolo al ministero dopo il corteo dei lavoratori di Fabriano. Esuberi sul piatto, i sindacati: "La lotta continua"

"Il posto di lavoro non si tocca, lo difenderemo fino alla lotta", "Beko non si chiude, vogliamo lavorare", "L’Italia svenduta agli stranieri" si leggeva negli striscioni imbracciati da centinaia di lavoratori della Beko Europe, in sciopero per tutta la giornata di ieri, che hanno raggiunto Roma accanto ai delegati dei sindacati di categoria. Al centro del tavolo istituzionale del Ministero delle imprese e del Made in Italy, il quarto, al quale partecipa anche il presidente della Regione Francesco Acquaroli, il Piano industriale presentato nel novembre scorso dalla newco controllata al 75 per cento dai turchi di Arcelik e al 25 dagli americani di Whirlpool. Quasi duemila gli esuberi. Per la newco turco-americana era presente l’ad Ragip Bulcioglu.

In pratica l’azienda ha affermato: "Il piano è essenziale per raggiungere un assetto economicamente e finanziariamente sostenibile nel medio-lungo periodo in Italia. Per quel che riguarda gli aggiornamenti del Piano presentato il 20 novembre, l’azienda sta valutando un investimento di circa 300 milioni di euro in funzione di ulteriori discussioni e della stabilità delle proprie attività in Italia", ha detto. L’impatto per le Marche prevede per Fabriano quasi 400 esuberi tra operai (66 a Melano), impiegati e dirigenti (circa 300 su quasi 550 totali, tra ridimensionamento degli uffici regionali e chiusura dell’unità di Ricerca e Sviluppo), ai quali si aggiungono i circa 320 a Comunanza per la chiusura dello stabilimento entro il 2025. L’azienda ha poi detto che in Italia saranno basati importanti centri di Ricerca e Sviluppo. È stato inoltre riconfermato che in Italia saranno basati i centri decisionali europei chiave per le funzioni strategiche, tra cui risorse umane, marketing, supply chain e Information Technology. Le attività di Consumer care, il Centro europeo per le parti di ricambio e centro di ricondizionamento degli elettrodomestici usati continueranno a operare dall’Italia. Beko conferma disponibilità a valutare ulteriori aspetti del piano. Le interlocuzioni proseguiranno. C’era anche il sindaco Daniela Ghergo. Un’impiegata alla Beko dal 1992, Cadia Carloni, ha detto: "È un periodo di grande incertezza, speravamo che Beko arrivasse con intenzioni più costruttive, sembrava quasi impossibile arrivasse con le intenzioni di distruggere il valore presente. Hanno comprato il mercato europeo per farlo crescere di fatturato però crescere significa anche produrre valore in un territorio. Gli esuberi annunciati riguardano in quota maggioritaria gli operai ma anche sul fronte degli impiegati stanno dicendo di mandare via la metà di quello che abbiamo in Italia. Io lavoro in quella che prima era la Merloni elettrodomestici. Abbiamo costruito tantissimo". Il senatore Udc Antonio De Poli plaude al Governo: "Sulla questione il lavoro del Governo va nella direzione da noi auspicata. "Il Governo deve intervenire con strumenti concreti a garanzia degli stabilimenti e delle sedi delle Beko", ha ribadito Pierpaolo Pullini della segreteria provinciale della Fiom.

"Le disponibilità aziendali sono ancora estremamente generiche. Finché non saranno garantiti i posti di lavoro, il confronto e la lotta continueranno".