PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Covid ospedale Ancona, fine dei posti letto. Stop ai ricoveri

Situazione drammatica. Malati "parcheggiati" e i contagi esplodono

Uno dei reparti Covid durante la scorsa primavera: al momento la riapertura non è prevista

Uno dei reparti Covid durante la scorsa primavera: al momento la riapertura non è prevista

Ancona, 24 ottobre 2020 - Terapia intensiva e malattie infettive piene, pronto soccorso assediato e in emergenza: l’ospedale di Torrette è di nuovo sotto attacco Covid e la direzione sanitaria blocca i ricoveri programmati.

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Nel tardo pomeriggio dagli ospedali di Macerata e Fermo sono stati inviati almeno cinque pazienti intubati, ‘parcheggiati’ in pronto soccorso senza sapere dove poterli ricoverare visto che la terapia intensiva è piena. Massimo allarme a Torrette perché oltre all’aumento dei contagi adesso aumenta il numero dei casi da ricovero e la gravità dei quadri clinici con le stesse polmoniti di marzo. Una sorta di flashback, in pochi giorni, una decina al massimo, e l’ospedale regionale è tornato al passato tutto d’un botto, con numeri e quadri clinici che sembrano quelli di marzo. Un incubo da cui i vertici ospedalieri si sono gioco forza dovuti risvegliare in fretta mandando all’aria tutti i piani che avevano preparato e che intendevano far promulgare al nuovo assessore alla sanità, Filippo Saltamartini, e alla giunta Acquaroli. L’obiettivo era di non riattivare le varie unità Covid di Torrette, 8 quelle operative tra marzo e maggio, soprattutto non prestare di nuovo il blocco operatorio alla terapia intensiva Covid.

Sei mesi dopo il sistema sanitario sta ancora pagando le conseguenze dello stop ad interventi programmati, visite ed esami diagnostici ed è impossibile quantificare quante persone abbiano dovuto rinunciare a curarsi e quante ne siano, di conseguenza, morte: "Abbiamo 18 posti in terapia intensiva a cui presto si aggiungeranno altri 10 posti, e 40 letti in malattie infettive" aveva detto prima dell’ondata delle ultime due settimane il dg di Torrette, Michele Caporossi. Purtroppo per lui di questi posti non ce n’è libero neppure uno, anzi, c’è una lista d’attesa impressionante alle spalle. In tre giorni la clinica di rianimazione è stata saturata, 18 posti tutti Covid+ a pressione negativa. Da tre giorni il telefono del reparto squilla di continuo, sono gli ospedali della parte sud delle Marche che chiedono, adesso invano, di poter trasferire pazienti. Situazione di disagio analoga nelle due malattie infettive, dove i casi entrano ed escono di continuo, ma ormai da una settimana i 40 posti letto di clinica e divisione sono perennemente occupati. In pronto soccorso è stato necessario allestire una mini-rianimazione Covid per una paziente intubata a causa del peggioramento della sua polmonite, il reparto Obi è diventato Covid assieme ai box, accorciando la parte del pronto soccorso per i cosiddetti ‘puliti’, ossia per le altre patologie. Questa situazione emergenziale ha spinto la direzione medica di presidio ad assumere un provvedimento molto pesante. Con una mail inviata a tutti i reparti e ai capidipartimento, i vertici dell’ospedale hanno imposto dall’altro ieri il blocco dei ricoveri programmati.

Un provvedimento necessario ma che a gioco lungo produrrà una serie di effetti collaterali pesanti. Il blocco dei ricoveri riguarda anche la Sod di Clinica Psichiatrica. La misura è stata decisa perché sono stati segnalati dei contagi da covid nel reparto. Sottoposti a tampone i pazienti, che sono rimasti nel reparto in isolamento, e il personale in servizio. Al Salesi, invece, una bimba di appena 26 giorni è ricoverata in terapia intensiva.

È stata portata al pronto soccorso dalla madre, che ha scoperto di essere positiva come il marito. Anche la piccola, sottoposta a tampone è risultata positiva. Le sue condizioni sono buone: viene tenuta in osservazione soprattutto per l’età.