Fabriano (Ancona), 8 novembre - Come un bollettino di guerra: dieci decessi in una settimana, ovvero da quando è esploso il maxi focolaio Covid, addirittura sette tra venerdì e ieri pomeriggio. La Casa di riposo Vittorio Emanuele II di Fabriano rischia di trasformarsi nella versione marchigiana del ‘Pio Albergo Tirvulzio’, la residenza per anziani di Milano dove la scorsa primavera hanno perso la vita oltre duecento ospiti.
Il punto Focolaio Covid in Casa di Riposo a Fabriano, primi due decessi
Fortunatamente siamo ancora ben lontani da quei livelli, ma da quando è stato scoperto il cluster del virus, queste sono le ore più difficili sul fronte dell’evoluzione della malattia per diversi dei 55 anziani, la stragrande maggioranza dei quali contagiata.
Dopo che nei primi giorni la mortalità è stata tutto sommato piuttosto contenuta, trattandosi di un luogo in cui vengono comunque alloggiate persone in alcuni casi con quadri clinici già piuttosto traballanti anche prima dell’irruzione del virus, da venerdì mattina si è messa insieme un’impressionante sequenza di sette nonnini che non ce l’hanno fatta: tre in ospedale e quattro all’interno della stessa struttura della zona di Santa Caterina ormai divenuta una sorta di ospedale Covid, pur con personale decisamente ridotto.
Proprio venerdì è stata la giornata peggiore con i decessi di due donne nell’edificio: in mattinata è spirata una signora di 84 anni, nel pomeriggio uno di 82. Sempre venerdì due anziani, da tempo residenti nelle Rsa, sono invece deceduti negli ospedali in cui erano stati trasferiti. Uno è lo storico commerciante 77enne fabrianese Mario Cicconcelli morto a Torrette, l’altra la nonna 92enne della moglie del sindaco di Genga, Marco Filipponi. "Fino ad un mese fa – referisce il primo cittadino gengarino – stava abbastanza bene. Con il Covid tutto é cambiato: ha cominciato ad avere crisi respiratorie ed è stata trasferita prima a Chiaravalle e giovedì al Pronto soccorso di Jesi dove, purtroppo, è deceduta".
Ieri, un’altra tragica infilata. Un uomo è morto in Pronto soccorso in mattinata, mentre nella struttura, nello spazio di poche ore, sono spirate una signora di 100 anni e una di 82. Criticità massime che hanno spinto gli amministratori della Rsa a chiedere d’urgenza il trasferimento di altri sei anziani in condizioni ritenute piuttosto critiche in strutture sanitarie apposite: inizialmente è previsto il trasferimento al Pronto soccorso del Profili nell’area grigia, ma poi potrebbero essere spostati in altri ospedali Covid fuori città.
"Attualmente – spiega il presidente Giampaolo Ballelli, che ormai è praticamente sempre presente in struttura – abbiamo a disposizione dodici operatori sanitari tra oss e infermieri, grazie agli ultimi sei arrivi. Speriamo di poter recuperare qualcuno di coloro che sono in malattia, perché due nostre infermiere dal 24 ottobre non hanno effettuato più un solo giorno di riposo e si meritano un encomio enorme per il grande attaccamento al lavoro". Fondamentale anche e soprattutto il lavoro dei due medici Usca che ogni giorno provvedono a monitorare gli anziani. "Sono qui da mattina a sera", il plauso ai dottori di Ballelli che c ontinua a sollecitare rinforzi, magari confidando come dal nuovo giro tamponi della settimana entrante possa emergere la negativizzazione di alcuni dei sanitari dipendenti della casa protetta.