PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Cosa resta del grande evento?. Una città aperta sul mondo

Strade sistemate, un ritorno turistico e d’immagine "blindato" da rigide misure di sicurezza

Strade sistemate, un ritorno turistico e d’immagine "blindato" da rigide misure di sicurezza

Strade sistemate, un ritorno turistico e d’immagine "blindato" da rigide misure di sicurezza

Cosa resterà del G7 Salute? Parafrasando il titolo di una fortunata canzone di Raf – tra l’altro ospite alla recente Festa del Mare di Ancona – ci si chiede il valore effettivo e le ricadute dell’evento planetario che si è svolto nel capoluogo dorico e che si è chiuso ieri. I Grandi della terra, o meglio le delegazioni in accompagnamento ad alcuni ministri, viceministri, Segretari di Stato e Direttori vari, hanno vissuto per due giorni e mezzo dentro una bolla, distaccati dal resto della cittadinanza.

Guardati a vista da uno schieramento di forze mai visto in città, con occhi dal cielo e i cecchini sui tetti del Lazzaretto o della Banca d’Italia, isolati dentro hotel confortevoli senza potersi godere a fondo la bellezza della zona portuale o di Portonovo in autunno. Poca l’aria fresca respirata; sigillati nelle sale della Mole per svolgere il compito per cui erano stati chiamati, ossia lavorare ai progetti della sanità del domani, trasportati da potenti Suv coi vetri oscurati verso le loro residenze o dentro il Teatro delle Muse per, quanto meno, 90 minuti di buona musica dei grandi autori marchigiani, da Spontini a Rossini. "Bella Ancona, torneremo" si sarebbero lasciati scappare alcuni dei delegati evidentemente colpiti dalle bellezze paesaggistiche, ma di fatto l’anima della città nessuno di loro l’ha realmente percepita. Di sicuro un evento poco "democratico" e ci può stare, viste le misure di sicurezza. Poco democratico, a nostro parere, anche il corollario di eventi messi in piedi per l’ExtraG7, una serie di incontri, convegni e dibattiti in gran parte rigidamente dedicati agli addetti ai lavori; alcuni, addirittura, accessibili solo tramite invito, senza contraddittorio. E quindi cosa resterà del G7 Salute per Ancona e gli anconetani?

Certo, l’investimento d’immagine, il puntino sulla carta geografica d’Italia che finalmente gonfia il petto e si fa conoscere. E poi? L’aiuto, quanto mai gradito, di quelle risorse necessarie per sistemare alcune strade della città ridotte a un colabrodo, abbellire le rotatorie e curare il decoro.

Senza quei 4,5 milioni complessivi dal Governo l’amministrazione comunale avrebbe fatto fatica a reperire le risorse per fare la stessa cosa. Certo, uscendo dal percorso delle delegazioni, dal casello di Ancona Sud alla Mole, coi suoi 12 km tirati a lucido, la situazione resta indecorosa e forse per i prossimi bilanci di previsione servirebbero più risorse per manutenzioni e decoro. Infine, resteranno il caos del traffico, i disagi per residenti e operatori commerciali delle ‘Zone rosse’ e questo senso di distacco da un mondo così diverso.