PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Coronavirus, i positivi fantasma dei laboratori privati

Vengono segnalati al Gores ma entrano nelle statistiche solo dopo la quarantena e nel caso di un’ulteriore positività al tampone

Stefano Ricci, responsabile del laboratorio analisi "A e B" di corso Amendola ad Ancona

Ancona, 11 settembre 2020 - «Mercoledì scorso in laboratorio 2 tamponi positivi, ieri 5 e venerdì scorso altri tre. Poi leggo le statistiche del Gores che dicono soltanto 2 casi ad Ancona. Mi chiedo: i positivi emersi dalle analisi dei laboratori privati non rientrano nelle statistiche ufficiali?". Il post sui social è di Stefano Ricci, responsabile del laboratorio analisi "A e B" di corso Amendola, da fine giugno abilitato a svolgere tamponi a chi ne facesse richiesta. Il dubbio di Ricci è assolutamente legittimo, in quanto i numeri tra il suo osservatorio e quelli pubblicati dal Gores, ossia il coordinamento pandemico regionale, potrebbero non collimare. Ciò significa che la statistica reale dei contagi potrebbe essere superiore rispetto a quella a cui tutti abbiamo tenuto fede dal primo giorno dell’emergenza pandemica, alla fine di febbraio: "Premetto che il mio post non aveva alcuna vena polemica, tutt’altro – precisa Ricci – vorrei però capire come mai i soggetti risultati positivi dai nostri test non riesco poi a trovarli nella graduatoria quotidiana. L’ultimo proprio mercoledì, un anconetano che conosco e a cui ho comunicato la positività. La sua posizione non figura. Arrivo a pensare che la nostra statistica non rientri in quella ufficiale".  

Dalla fine di giugno , quando il laboratorio di corso Amendola ha ricevuto l’abilitazione ad effettuare tamponi (prima erano stati autorizzati ad effettuare i test sierologici), ad oggi l’A e B ha effettuato 903 test naso-faringei, di cui una quindicina sono risultati positivi. Moltiplicando, a spanne, una cifra analoga per tutti i laboratori abilitati in provincia di Ancona e nelle Marche significa che il bilancio dei positivi al Covid-19 potrebbe essere molto più alto. "Quando viene evidenziato un tampone positivo noi avvisiamo la persona che in quel momento deve iniziare un periodo di isolamento domiciliare obbligatorio di due settimane – aggiunge Ricci – In contemporanea noi inviamo una mail al coordinamento Asur-Gores per comunicare la positività del soggetto. Lo stesso, trascorso il periodo di quarantena, in caso di asintomaticità attraverso il medico di base deve effettuare il tampone di controllo, anche col sistema ‘drive through’. Se invece ci sono dei sintomi le Usca (le squadre domiciliari dell’Asur, ndr) vanno a casa della persona per fare il tampone o se il paziente sta male va in ospedale".  

Per rispondere al post e alle perplessità del dottor Ricci ci siamo rivolti direttamente al Gores, nella persona del responsabile, il dottor Mario Caroli, al tempo stesso primario del pronto soccorso dell’ospedale di Jesi: "I laboratori privati che trovano un soggetto tampone+ sono obbligati a comunicarlo ai servizi di prevenzione che a loro volta devono ripetere sempre la procedura del test – spiega Caroli – Se quell’esame viene confermato positivo allora a quel punto entra nel nostro database. Se alcuni tamponi non figurano nella lista è proprio perché al tampone di conferma emerge la negatività. La discrepanza sta tutta qui. Non avrebbe senso non far entrar e nella statistica dei positivi quelli dei laboratori privati". © RIPRODUZIONE RISERVATA