Ancona, 7 marzo 2020 - «Siamo additati, con delle battute, come quelli che hanno diffuso I’infezione all’interno dell’ospedale e quelli che hanno provocato una diffusione locale nel settore sub-intensivo della Medicina lnterna. Chiedo pertanto a chi di competenza di attuare un’inchiesta su come si è svolta la diffusione locale e se ci sono responsabilità mie o di qualche collaboratore. Per non ostacolare I’inchiesta mi sospendo immediatamente da ogni funzione dirigenziale. Da domani mi limiterò ad effettuare esclusivamente il mio turno di lavoro. Prego anche che mi vengano tolte le indennità corrisposte per queste funzioni".
Una lettera drammatica nei toni quella che il primario del pronto soccorso e della medicina d’urgenza dell’ospedale di Torrette, Aldo Salvi, ha inviato giovedì sera ai vertici dirigenziali dell’azienda di Torrette. Dal testo emerge la sua intenzione di dimettersi dal ruolo di coordinatore, anche se non si capisce bene da quale dei due reparti, visto che il pronto soccorso non lo nomina mai. Una sorta di anticipazione di quello accadrà tra qualche mese, quando il suo primariato si sdoppierà, restando soltanto il direttore della medicina d’urgenza, con il pronto soccorso che verrà affidato ad un nuovo dirigente previo regolare concorso. Uno sfogo accumulato nel corso degli anni, legato a rapporti non sempre idilliaci con i colleghi degli altri reparti, non sempre così disponibili a collaborare con un reparto in prima linea come il pronto soccorso.
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Alla lettera è seguita una immediata risposta da parte della direzione che ha confermato la sua fiducia nel dottor Salvi, uno dei medici più longevi ed apprezzati all’ospedale regionale. In effetti le intenzioni di Salvi sono rientrate e ieri mattina lo stesso era al suo posto, addirittura si è lasciato fotografare assieme al direttore generale, Michele Caporossi, e al governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, alla presentazione del nuovo container pre-triage posizionato proprio all’esterno del suo reparto. Problema sanato, in una fase molto delicata, ma il testo della lettera resta:
"Abbiamo affrontato questa situazione di emergenza con tutta l’energia possibile, cercando di infondere coraggio senza mai nascondere i rischi. Richiamando ogni giorno me stesso e tutti i collaboratori al dovere, anche se dentro di me sentivo l’angoscia del rischio. Ho cercato per questo in ogni momento di dare coraggio e sicurezza ed ho ottenuto dal gruppo la risposta di gran lunga superiore all’atteso. In due ore abbiamo organizzato un’area sigillata con l’obiettivo di intercettare i pazienti possibili portatori di infezione da Covid-19, dal momento in cui abbiamo percepito il rischio per tutto l’ospedale. Di tutta risposta non abbiamo avuto nessuna collaborazione da parte della maggior parte dei reparti interni e dagli altri ospedali circostanti. Ritengo di aver creato un gruppo di professionisti che non ha paura di nulla e li ringrazio di cuore per il sostegno e la pazienza in questi giorni di vero caos. Per questo prego il professor Abele Donati (primario della clinica di rianimazione, dr.) di presenziare al Collegio di Direzione e la dottoressa Gentili di assumere la direzione dell’unità operativa".