Corinaldo (Ancona), 3 agosto 2019 - Strage di Corinaldo, assieme ai sette arresti è arrivata la svolta che dovrebbe finalmente fare luce su cosa accedde quella terrible sera alla Lanterna Azzurra (FOTO), in cui persero la vita 5 ragazzi e una mamma e altri duecento giovanissimi rimasero feriti. Per sei degli arrestati l’accusa è (anche) di omicidio preterintenzionale mentre il settimo arrestato è un ricettatore, titolare di un compro oro, anche lui colpito da provvedimento in carcere. Quella tragica notte, tra il 7 e l'8 dicembre scorso, la banda - dopo avere spruzzato il peperoncino - ne ha approfittato per rapinare una persona che stava soccorrendo un ragazzo caduto nella calca. E, subito, arriva anche il plauso del ministro dell'Interno Salvini.
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Ruoli definiti
Il gruppo, tutti residenti in provincia di Modena e tra i 19 e i 22 anni, fa parte di una banda criminale specilizzata proprio in furti con strappo e rapine all’interno di discoteche del centro e nord Italia: agivano soprattutto durante concerti trap, particolarmente frequentati da giovanissimi. Il gruppo si muoveva con una dinamica oliata, nella quale ognuno aveva il proprio compito: alcuni distraevano la vittima con spintoni durante il concerto, altri strappavano le collane (e, a volte, anche bracciali e orologi) d'oro, altri ancora nascondevano la refurtiva in bocca, nelle scarpre, nelle mutande e, appena possibile, fuori dal locale. Poi, finita la serata, il mucchietto d'oro veniva subito raccolto e portato nel Modenese per essere venduto. E qui entrava in scena il compro-oro di Castelfranco Emilia (65 anni) accusato di ricettazione.
Gli arrestati
Ai giovanissimi criminali viene contestata l’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti con strappo e rapine e sono accusati anche di omicidio preterintenzionale e lesioni personali oltre a singoli episodi di rapine e furti con strappo. Nel gruppo c'era anche un settimo ragazzo, 19 anni, che è morto durante le indagini in un incidente stradale. Sono: Ugo Di Puorto, 19 anni di San Prospero (Modena), Andrea Cavallari, 20 anni di Bomporto (Modena), Moez Akari, 22 anni residente a Castelnuovo Ranone (Modena), Raffaele Mormone, 19 anni di San Cesario sul Panaro (Modena), Badr Amouiyah, 19 anni residente a San Prospero (Modena) e Sohuibab Haddada, 21 anni residente a di Bomporto (Modena). Secondo le indagini, ogni mese la banda vendeva circa mezzo chilo d'oro, portando a casa 15mila euro in contanti. Gli arresti sono avvenuti nelle prime ore del mattino nel Modenese, uno a Sestri Levante e uno a Cervia. La settima persona finita in cella è l'uomo di 65 anni accusati di comprare le collane d'oro: è Andrea Balugani, che ha un compro oro a Castelfranco Emilia.
Disneyland
Moez Akari e Andrea Cavallari erano già stati arrestati in Francia lo scorso 6 luglio dopo il furto di alcune collane a Disneyland Paris. È quanto scrive il gip di Ancona nell'ordinanza di custodia cautelare. Akari e Cavallari erano con due ragazze: i quattro sono stati bloccati e, dopo esser stati processati davanti al giudice di Chessy con il rito direttissimo, sono stati rilasciati. Il 9 luglio, dice ancora il Gip, "sono rientrati in Italia ed hanno ripreso la loro attività illecita".
"Famiglie normalissime"
Famiglie "sconvolte", "cadute dalle nuvole", davanti alle accuse indirizzate ai propri figli, tra le quali anche quella dell'omicidio preterintenzionale. E' quanto trapela dai legali di cinque dei sei giovani arrestati. "Vengono da un contesto familiare normalissimo", spiega Gianluca Scalera che difende tre dei giovani. Con uno di loro, detenuto a Modena, ha già parlato ed "è sconvolto". "Famiglie normalissime", fa eco l'avvocato Pierfrancesco Rossi che difende altri due ragazzi. Qualcuno dei ragazzi già lavora, come operaio, altri hanno da poco terminato gli studi e sono senza occupazione.
Il Dna
L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo del reparto operativo di Ancona, guidato dal tenente colonnello Americo Di Pirro, sotto la direzione del procuratore capo Monica Garulli che ha coordinato le indagini con i pm Paolo Gubinelli e Valentina Bavai, sono partite da un profilo di Dna trovato sul tappo della famigerata bomboletta al peperoncino che scatenato il panico nel locale. Inoltre, gli investigatori (foto) hanno accertato la presenza nella Lanterna Azzurra di due componenti della banda.
Sei colpi la notte della strage
Quella notte la banda aveva messo a segno cinque rapine e un furto, prima di scatenare il panico con lo spay al peperoncino, non si fermarono nemmeno quando il panico causato dallo spray al peperoncino aveva già iniziato a mietere vittime: uno dei rapinati stava soccorendo un ragazzino caduto nella calca. Questo secondo le accuse della procura di Ancona che ha ribadito che gli accusati avevano precedenti per furti in discoteca a cui si dedicavano in maniera sistematica. Ad incastrarli le intercettazioni telefoniche e soprattutto una traccia biologica sul tappo dello spray, usato sistematicamente per creare il caos in locali affollati o per coprirsi la via di fuga dopo aver messo a segno dei colpi. Una modalità non più utilizzata dopo i fatti di Corinaldo: "La banda ha continuato settimanalmente a colpire nelle discoteche, ma evitando ogni uso di spray al peperoncino", dice il procuratore di Ancona Monica Garulli. "Utilizzando invece in un altro espisodio il taser".
Le intercettazioni
La sera della tragedia di Corinaldo i componenti della banda dello spray al peperoncino incontrarono Sfera Ebbasta, l'artista atteso alla discoteca della strage, in un'area di servizio. E' quanto si legge nell'ordinanza del gip di Ancona, che riporta un'intercettazione ambientale tra alcuni degli indagati in cui ricordano l'episodio. I ragazzi, si legge nel provvedimento, "rammentano il fatto che, durante il viaggio di ritorno, presso un'area di servizio, avevano incontrato l'artista Sfera Ebbasta" e uno di loro era quasi intenzionato a rubargli la collana: "Se non era stato per i morti te lo giuro (...) lì, gliela faceva".
Nella conversazione si sente uno degli indagati dire ''Sfera Ebbasta è solo un pagliaccio (...) lo schifo è una m..., ha rovinato tutto frà". E un altro: ''Pensa frà che affamato quella sera lui è andato all'Altro Mondo e poi doveva venire lì" ; ''doveva fare due serate (...)". A un certo punto i ragazzi ricordano l'incontro con il trapper: ''io lo schifo proprio come persona.., ci stavo per litigare in autogrill lo stavo per bussare quel figlio dì (...) diceva con quella faccia da (...) e la collana così fuori". E la replica: ''la collana quella con la chitarra frà... li se non era stato per i morti te lo giuro (....) lì gliela faceva, lo guardava in un modo...".
Nelle carte, gli arrestati continuano a parlare dell'uso dello spray al peperoncino alla Lanterna Azzurra: "Eh... era quel periodo lì ,. queste le usavamo sempre. Era il periodo che: 'Gaaasss, gas, gas, gas. Andavamo avanti a sgasare. Io le facevo... per riuscire anche a non pagare fra, lo usavamo anche per non pagare. Mamma mia fra ci aveva preso la mano!".
Nella conversazione registrata il 18 marzo alle 15.02: "Siamo andati a una festa fra e son morte 6 persone [...] Vecchio, spray, iniziava a tossire fra, la gente che urlava, la gente che iniziava a cadere, io ho saltato tre persone fra, ho passato certe cose frà...".
L'indignazione sui social
"Oltre alla gravità dei fatti di #corinaldo, la cosa più inquietante è che su 7 ragazzi nessuno sia crollato e si sia costituito sapendo di avere 5 ragazzini e una madre sulla coscienza. 7 mesi... Per vivere normalmente devi essere un mostro... Come fai a dormire la notte?". Questo uno dei commenti più amari pubblicati oggi su Twitter a commento degli arresti per la strage in discoteca. "Adesso le invocate le #pene esemplari per quei #disgraziati che a #Corinaldo hanno praticamente ucciso sei persone, o no? Perché l'#ipocrisia è ormai una cifra precisa di molte persone italianissime"scrive un altro utente. "Rapinato anche chi soccorreva ragazzo caduto, spero che se ne tenga conto quando quando invocheranno clemenza o quando si arriverà all'assurdo patteggiamento" è il commento di un altro account. Mentre un altro utente, Gin, tira un sospiro di sollievo: "#Corinaldo ogni volta mi ricorda che ci sarebbe dovuta essere anche mia sorella in mezzo alla folla e mi si stringe lo stomaco".
Sessanta colpi
Gli investigatori ora indagando su tutta un'altra serie di episodi analoghi avvenuti in 60 locali del centronord. In tutti e 60 i casi è stata accertata la presenza dei giovani. E' invece accertato dalle indagini che la banda aveva messo a segno colpi fotocopia il 10 marzo al Dorian Grey di Verona, il 31 marzo nel Mia Clubbing di Porto Recanati, nel Maceratese, il 5 maggio al Made in Club di Como e K-Kalss di Tavernerio, sempre nel Comasco, e il 2 giugno al Parco Europa di Padova.
Non solo disco
La banda non agiva però solo nei locali: in occasione dei viaggi per raggiungere le discoteche o per tornare a casa dopo aver colpito, spiegano ancora gli investigatori, i ragazzi avrebbero commesso dei furti nelle aree di servizio lungo le autostrade: è accertato quello ai danni del'area di servizio Esino Ovest a Chiaravalle, sull'A4. Ma non solo: in alcune occasioni non avrebbero pagato gli hotel, i ristoranti dove avevano cenato, l'autonoleggio o i tassisti utilizzati per raggiungere i locali quando non avevano a disposizione l'auto
Plauso di Salvini
Grazie ai Carabinieri e agli inquirenti: avevamo promesso indagini serie e rigorose per prendere i responsabili di quella tragedia e ora c’è un segnale importante.#Corinaldo #Lanternaazzurra", scrive il ministro Salvini sui social, per poi aggiungere: "Nessun arresto restituirà le vittime ai propri cari, purtroppo, ma è nostro dovere individuare i colpevoli e punirli come meritano. Speriamo che la Giustizia preveda galera certa per tutti, senza sconti o attenuanti":
🔴 Grazie ai @_Carabinieri_ e agli inquirenti: avevamo promesso indagini serie e rigorose per prendere i responsabili di quella tragedia e ora c’è un segnale importante.#Corinaldo #Lanternaazzurra pic.twitter.com/pAbVvocHDp
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) August 3, 2019
Il prefetto
Anche il Prefetto di Ancona Antonio D'Acunto ha espresso "soddisfazione e ringraziamento all'Arma dei Carabinieri e all'Autorità giudiziaria di Ancona per la complessa operazione che ha portato all'arresto in carcere di sei giovani accusati di omicidio preterintenzionale e lesioni personali (oltre ad una settima persona per ricettazione) per la strage presso la discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, ove morirono sei persone". Il Prefetto ha ricordato come, "nell'immediatezza del tragico evento, presso la Prefettura di Ancona, per fare un primo punto di situazione sull'accaduto, si era tenuto un Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica con la partecipazione del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte. Terminata la riunione, il Prefetto si "era recato in vista a Corinaldo, per un incontro presso il luogo della strage con il Ministro dell'Interno Matteo Salvini".