"Oggi più che mai è necessario il buon senso da parte di tutti. Io continuerò a portare la mascherina al chiuso, ma ognuno deve sentirsi libero di scegliere, al di là del rispetto della legislazione".
Diego Urbisaglia, vigile del fuoco e consigliere comunale di Ancona, del Covid ha conosciuto la parte più dolorosa. Nel 2021 il virus lo ha costretto per diverse settimane in terapia intensiva e gli ha lasciato strascichi fisici che con la forza d’animo è piano piano riuscito ad affrontare e sconfiggere.
Il Covid però non è scomparso e i suoi effetti possono ancora essere letali: "È vero, ho avuto un’esperienza diretta rispetto a tanti altri su questo fronte, ma voglio sempre premettere che io non sono né un esperto, dunque non ho soluzioni, né tantomeno un santone. Credo che la possibilità di togliere la mascherina nei locali o negli ambienti al chiuso fosse inevitabile prima o poi, però ripeto – spiega Urbisaglia –, ognuno deve sentirsi di fare ciò che ritiene più opportuno. È una questione di buon senso e di rispetto nei confronti della collettività, al resto ci pensano le norme decise dal governo. Io il Covid ce l’ho avuto cattivo, quindi è normale che la mascherina continuerò a portarla ancora a lungo, soprattutto dentro i luoghi chiusi".
A proposito di legge e di rispetto della norma, il consigliere comunale dei Verdi sottolinea un provvedimento per certi versi paradossale.
"Ci sono alcune scelte da parte del legislatore che io ritengo scellerate. Ad esempio quella che, a proposito di mascherine, impone ai bambini di 6 anni di indossarla. Negli asili ci sono bambini che hanno 6 anni e sono ancora alla materna per poi passare alle elementari. Nella classe di mio figlio ci sono tre bambini di 6 anni con l’obbligo della mascherina e gli altri 23 che hanno 4 o 5 anni che invece possono anche non indossarla. Sono queste le norme che io contesto. Su questo ho reso edotta la sindaca che è pure capo dell’Anci Marche per sollecitare un cambio di rotta da parte del ministero".
Oltre alla terapia intensiva, la polmonite interstiziale da Covid ha lasciato pesanti strascichi fisici su Urbisaglia: mesi e mesi di fisioterapia in un centro specializzato perché le gambe non rispondevano bene all’inizio. Alla vigilia di pasqua il vigile del fuoco ha tenuto fede a un impegno: "Se avessi riacquistato pienamente l’uso degli arti inferiori avrei raggiunto Loreto da Porto Recanati a piedi, oltre 5km e sabato mattina l’ho fatto – annuncia Urbisaglia –. L’altro impegno era quello di poter partecipare alla parata del 2 giugno a Roma qualora fossi stato riammesso a tempo pieno nei pompieri. Quest’anno forse non riuscirò, anche se sono risultato parzialmente idoneo, vediamo cosa succede nelle prossime settimane".
p. cu.