L’ipotesi, ormai sempre più concreta, di portare il bilancio preventivo in votazione nella seduta consiliare del 30 dicembre spaventa molti. I consiglieri comunali in primis che, vista l’esigua disponibilità di giorni per le commissioni e per studiare il corposo documento, dovranno fare i salti mortali dalla prossima settimana alla vigilia di Capodanno.
In particolare quelli di opposizione (difficile che dalla maggioranza arrivino troppi veti sul testo), costretti a un calendario di lavoro così fitto da non potersi concentrare sui vari aspetti, a partire dall’analisi assessorato per assessorato, servizio per servizio. Ci sono poi i due capisaldi, il bilancio di previsione che sarà illustrato dall’assessore competente, Giovanni Zinni, e il piano triennale delle opere pubbliche aggiornato dal titolare dei lavori pubblici, Stefano Tombolini.
Un lavoro immane per i consiglieri comunali che, lo ricordiamo, non vantano stipendi neppure lontanamente paragonabili ai colleghi del consiglio regionale ad esempio. Ogni seduta di consiglio a Palazzo del Popolo garantisce 157 euro lordi per ogni consigliere, mentre le singole commissioni sono pagate 59 euro lordi.
Tenuto conto che al massimo sono in calendario tre consigli al mese (per questo dicembre due, a settembre ce n’è stato solo uno) e una media di 7-8 commissioni i conti sono presto fatti e non c’è certo da scialare. Con l’aggravante quest’anno (nelle passate sindacature e anche lo scorso anno il bilancio è stato votato e approvato prima del 24 dicembre) di dover trascorrere il Natale a leggere documenti, studiare e preparare interrogazioni e altri provvedimenti.
Non saranno certo contenti dello slittamento del bilancio a fine anno neppure i dipendenti comunali, gli uffici della ragioneria ad esempio, i revisori dei conti e tutti coloro che avranno a che fare col documento amministrativo principe.