
Nella foto, il giorno dell’insediamento del nuovo cda di Conerobus. Molto dipenderà dal Cd’A convocato per oggi, sempre che all’ordine del giorno venga posta la questione
Conerobus, la società partecipata del Comune del Trasporto pubblico locale, resta nel caos. A partire dalle strategie urgenti, tra cui la nomina di un Direttore generale che possa rimettere in carreggiata un’azienda in grossa difficoltà. Dopo l’annuncio, due mesi fa circa, di voler dotare la struttura di un Dg, la procedura è stata praticamente congelata nelle ultime settimane e il bando che doveva individuare quella figura è fermo e non è detto che venga cancellato. Molto dipenderà dal Cd’A convocato per oggi, sempre che all’ordine del giorno venga posta la questione. Tutto ruota attorno alla necessità di avere, in un’azienda da 500 dipendenti, contemporaneamente un Direttore generale e un Amministratore delegato. Alla fine le due figure, piuttosto costose, specie per un’azienda che non riesce a garantire l’una tantum di 500 euro nello stipendio dei lavoratori, rischiano di diventare dei doppioni. Delle due l’una quindi: o l’Ad, Giorgio Luzi (al tempo stesso Direttore generale ad Ancona Servizi), al netto del brutto infortunio natalizio sugli sci da cui si sta per fortuna riprendendo, viene nominato Amministratore Unico e si occupa espressamente della crisi Conerobus a un anno dalla gara del Tpl, oppure il nuovo Dg rende deleteria la sua presenza nel Cd’A. Una questione di competenze, ma anche squisitamente di spreco di risorse in una delle fasi storiche più drammatiche per la principale azienda del Tpl marchigiano. I manager costano e in un momento in cui a rischio sono gli stipendi dei lavoratori è importante fare economie.
Qui entra in gioco la politica, nello specifico il ruolo dell’azionista di maggioranza, il Comune di Ancona che però in Conerobus detiene appena il 40% delle quote (il 30% è della Provincia, 20% dei privati e il 10% dei Comuni più piccoli serviti dall’azienda). In un’intervista al Carlino di alcune settimane fa il sindaco Daniele Silvetti ha ribadito fermamente che l’Ad Luzi non si tocca, ma il suo vice Zinni sostiene che la nomina di un nuovo Dg potrebbe essere la mossa giusta. La scorsa settimana, a conferma del congelamento della procedura di nomina del Direttore generale, lo stesso Zinni ha fatto questa dichiarazione: "Un direttore generale che si occupa di risorse umane, problemi sindacali e organizzativi è una figura assolutamente essenziale in un’azienda come Conerobus. La sua introduzione avverrà solo quando avremo la certezza che i conti aziendali sono a posto, ma intanto predisporre il miglior bando possibile non mi sembra tempo sprecato". Insomma, quell’urgenza palesata a febbraio non c’è più.
Intanto ieri in consiglio altro scontro tra l’assessore con la delega a Conerobus e la minoranza. Giovanni Zinni ha ribadito la delicatezza della situazione dopo l’eredità lasciata dalla vecchia gestione e rilanciato il tema dell’ennesimo ‘tavolo tecnico’: "Una gestione scellerata che non è facile governare. Il Tavolo Tecnico si riunirà dopo Pasqua, abbiamo dato mandato al Cd’A, per affinare il nuovo piano industriale che è in itinere. Sui salari da riconoscere ai lavoratori stiamo predisponendo, è una nostra priorità". Per la minoranza resta la confusione: "Siete capaci solo di fare annunci, dal Direttore generale al Tavolo tecnico e poi lasciate che i dipendenti restino senza diritti. Vorremmo sapere se alla fine questo Dg lo fate o no" è stato il commento della capogruppo Dem in consiglio Susanna Dini.
Pierfrancesco Curzi