REDAZIONE ANCONA

Condanna a 4 anni e mezzo per Daniele Paolillo: droga nascosta nell'armadio a Cupramontana

Daniele Paolillo condannato per detenzione di droga a Cupramontana. Coinvolto il suocero Salvatore Fontana, noto boss.

Daniele Paolillo condannato per detenzione di droga a Cupramontana. Coinvolto il suocero Salvatore Fontana, noto boss.

Daniele Paolillo condannato per detenzione di droga a Cupramontana. Coinvolto il suocero Salvatore Fontana, noto boss.

L’arresto della suocera a Viterbo aveva fatto scoprire un deposito di droga nell’armadio della sua camera da letto. I carabinieri, a Cupramontana, ne avevano trovata più di due chili tra cocaina e hashish. Era il 7 febbraio scorso. Ci fu una doppia perquisizione nella casa di uno spazzino di origine napoletana, padre di un bimbo di pochi mesi. Daniele Paolillo, 31 anni, fu arrestato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio. E’ il genero di Salvatore Fontana (latitante per molto tempo poi catturato a novembre del 2023 in Spagna), il palermitano che si era trasferito a vivere a Cupramontana con tutta la famiglia e uno dei boss dell’operazione Damasco che ha permesso di stroncare un grosso giro di droga tra le province di Ancona e Pesaro. Ieri Paolillo è stato condannato a 4 anni e mezzo di reclusione dal giudice Matteo Di Battista. Era difeso dall’avvocato Francesca Petruzzo. Lui non ha mai riconosciuto la paternità di quella droga, un chilo e 800 grammi di hashish (due panetti) e 58 grammi di cocaina. Era nascosta dietro ai suoi vestiti, ben piegati nell’armadio. In un cassetto c’erano anche due agendine con numeri di telefono e cifre annotate. Fu ritenuto dai carabinieri il libro mastro appartenuto alla famiglia Fontana, dove ci sarebbero state annotate le quantità di droga vendute e quelle ancora da riscuotere. I carabinieri erano stati nel primo pomeriggio a casa sua, dove conviveva con la compagna, e dopo l’arresto della suocera avvenuto nel Lazio. Quest’ultima, moglie di Salvatore Fontana, era stata a trovare il marito in carcere a Viterbo (c’era finito dopo l’arresto da latitante). Durante un controllo, prima di farla entrare a colloquio, era stata perquisita e trovata con 10 grammi di cocaina, contenuti in un ovulo nascosto nelle parti intime. Droga che gli inquirenti hanno ritenuto fosse destinata al marito da spacciare in carcere. Da Viterbo la polizia penitenziaria aveva avvisato i carabinieri di Cupramontana, di controllare i familiari nelle Marche. Così era stata fatta una prima perquisizione a casa della figlia di Fontana e del genero Paolillo che ha aveva consegnato qualche grammo di fumo ai militari. I carabinieri erano andati poi a casa della moglie di Fontana, dove avevano trovato sei cellulari, un taccuino con cifre di denaro appuntate, due macchinette per il sottovuoto e bilancini di precisione. Tornati a casa dello spazzino era è stata fatta una perquisizione più approfondita e nell’armadio era stata trovata altra droga. Secondo l’arrestato sarebbe stata la suocera a mettercela.

Marina Verdenelli