MARINA VERDENELLI
Cronaca

Condanna a 10 anni per violenza sessuale e revenge porn su minorenne

Un uomo di 35 anni condannato per violenza sessuale e revenge porn su una 14enne. Risarcimento di 30mila euro ai genitori.

Ricatto hard di un migrante a una 14enne

Gli investigatori hanno rintracciato i filmati fatti girare dal pachistano

Avvicinata da un ragazzo molto più grande di lei mentre era impegnata a fare volontariato in una struttura di accoglienza. Aveva 14 anni, lui 31. Tra i due all’inizio era nata una simpatia che poco a poco si è trasformata in ricatto hard dove la minorenne avrebbe subito atti sessuali contro la sua volontà e sarebbe stata perseguitata per tre mesi perché indotta a fare foto e video piccanti che poi sono stati pubblicati anche sui social network. A salvarla dal giro vorticoso dove era finita è stata la mamma. Il genitore si era accorto che qualcosa la turbava e poco a poco la 14enne è riuscita ad aprirsi. Supportata dall’amore familiare ha denunciato ai carabinieri quel flirt più grande di lei e lunedì scorso è arrivata anche una maxi condanna per l’accusato, un pachistano che oggi ha 35 anni. Finito a processo per violenza sessuale aggravata, perché commessa su una minore, per detenzione di materiale pedopornografico, stalking e diffusione continuata di immagini e video sessualmente espliciti (il reato noto anche come revenge porn), il pachistano è stato condannato a dieci anni di reclusione (attualmente è irreperibile). Il verdetto è stato deciso dal collegio penale presieduto dalla giudice Francesca Grassi. L’imputato era difeso d’ufficio dall’avvocato Annalisa Galeazzi. Parte civile per conto della ragazzina (oggi 18enne) i suoi genitori, rappresentati dall’avvocato Roberto Tiberi. A loro andrà un risarcimento danni di 30mila euro. I fatti che hanno portato lo straniero a processo risalgono al 2020, da ottobre a dicembre. Stando alle indagini dei carabinieri, coordinati dal pm Ruggiero Dicuonzo, il pachistano si sarebbe approfittato della giovanissima età della ragazzina non ancora matura a capire che certe attenzioni erano premature. Lo straniero l’avrebbe condotta nella sua camera da letto dove l’avrebbe palpeggiata nelle parti intime e costretta anche ad avere rapporti sessuali. Con il cellulare avrebbe fatto foto e video dei loro incontri diventati poi oggetto del ricatto. Il pachistano voleva che la giovane continuasse a vederlo e a concedersi e quando la ragazzina si è rifiutata l’ha minacciata di diffondere i filmati e gli scatti piccanti. Lei ha ceduto ma non è servito a fermarlo perché lo straniero ha continuato a fare richieste. Creando dei profili fake su Instagram ha pubblicato gli scatti e i filmati intimi della giovane facendo credere in alcuni casi che fosse lei a farlo. La minore si era accorta perché avvistata dai compagni di classe. Ogni sabato le mandava messaggi minatori, uno anche quando era in caserma a denunciarlo. "Ora puoi guardare i video su Instagram" le aveva scritto dopo aver pubblicato un filmato di lei dal contenuto erotico.