La musica è una forma di espressione. E per tale va presa, a patto che rimanga arte e si riesca a scinderla con la vita reale. Sta agli adulti guidare i ragazzi in questo percorso. Qualsiasi cosa che viene vietata, diverrà allettante. E inoltre i giovani hanno molti strumenti, oggi, per ascoltarla. Quindi ho ritenuto che fosse giusto assecondare la decisione di mia figlia". Francesca Di Dio, da Jesi, accompagna al concerto ad Ancona la figlia 14enne. Si dice anche incuriosita dallo show che sta per iniziare. "Poi è ovvio – chiarisce Francesca –, la musica che ascoltavo io era tutt’altra. Ho sentito alcune canzoni di Baby Gang. Avrà capito appieno quello che comunica?", s’interroga.
Daniela Di Guglielmo, al PalaPrometeo per gli stessi motivi, è arrivata addirittura dall’Abruzzo. E fa comunella con un’altra mamma che "gioca quasi in casa", Camerano, Alessandra Sacchi. Daniela riflette sui "pro e i contro". Se è vero "che è cambiato" e che "in alcuni brani che mi ha fatto ascoltare la figlia nel viaggio in macchina, in effetti prova a scostarsi da quel passato difficile che ha vissuto". D’altronde c’è il tema dell’esempio, sul quale si è discusso animatamente in città. Con Zaccaria Mouhib a confronto con gli studenti di Pesaro e dell’Istituto Volterra Elia di Torrette: "Da come ho capito don Claudio Burgio ha spinto molto affinché incontrasse anche i ragazzi anconetani dopo le polemiche – dice invece Alessandra – in modo che conoscessero da vicino la sua storia. Ma, al netto della musica che non giudico, siano piuttosto d’esempio gli sbagli di Baby Gang, che i giovani non devono commettere".
Andrea, invece, non entra al palazzetto e sfida il gelo della conca di Passo Varano. Aspetta fuori suo figlio 15enne, Cristopher, al primo concerto. Entra timido, in tribuna: "Ma io mi fido ciecamente di lui – racconta il papà al Carlino –. Voleva venirci a tutti i costi. Io non entrerò, ma lui ha il cellulare. Se fosse necessario, sono pronto a fiondarmi dentro". Dentro anche Ingrid e Kimberly, arrivate da San Benedetto del Tronto: "Parla della sua vita, per questo lo apprezziamo molto". Tanti adolescenti, diversi italiani di seconda generazione. Striscioni per Zaccaria, ma anche bandiere del Marocco.: "Per un artista che – confessa un ragazzo nato in Italia, ma di origini straniere – dà voce anche alle minoranze".