GIACOMO GIAMPIERI
Cronaca

Con il cuore in gola. Dal bando spuntano solo offerte spezzatino per la nuova Ancona

Il sindaco ha poco tempo per mettere insieme due gruppi umbro e laziale e uno anconetano. Chiesto il coinvolgimento di altri imprenditori locali.

Con il cuore in gola. Dal bando spuntano solo offerte spezzatino per la nuova Ancona

Con il cuore in gola. Dal bando spuntano solo offerte spezzatino per la nuova Ancona

La storia non mente mai. Non ha mentito nel folle mese di giugno, quello dell’esclusione dal professionismo. E allo stesso modo ha riproposto un copione arcinoto anche ieri. In un’altra, l’ennesima giornata di passione a tinte biancorosse. Quella che sembrava decisiva, vista la scadenza dell’avviso pubblico del Comune per salvare il salvabile: il futuro del calcio in città. All’atto pratico una giornata interlocutoria, tra telefonate e contatti continui, quando si è avuta reale contezza di quello che era pervenuto: le manifestazioni d’interesse. Almeno tre: una locale, una dall’Umbria e un’altra dal Lazio. "Ci sono delle disponibilità parziali che vanno aggregate, sia per quanto riguarda la prima squadra che per il settore giovanile", la voce di Maria Gloria Frattagli, capo di Gabinetto, che è uscita dalla sua stanza al secondo piano di Palazzo del Popolo intorno alle 11.30 e ha annunciato alla stampa in trepidante attesa come "l’amministrazione tutta", sia "impegnata sulla questione Ancona Calcio".

In testa, neanche a dirlo, il sindaco Daniele Silvetti, tornato ieri nella sede municipale dopo il malore di martedì scorso. Il significato di quelle parole: manifestazioni ne sono arrivate, ma vanno messe insieme a stretto giro di posta. In pratica l’interesse c’è, per iscrivere una squadra ad un torneo dilettantistico. Una squadra ex novo, che ha ricevuto il placet del presidente della Federcalcio Gabriele Gravina (articolo 52 delle Noif, facoltà riservata al sindaco), in quanto ha ritenuto che Ancona, intesa come piazza, avesse i crismi per partecipare ad un campionato di serie D o Eccellenza che sia. Ma proprio quelle offerte, frammentate, non sarebbero sufficienti singolarmente ad aggiudicarsi "il bando". C’è chi si sarebbe fatto avanti per il solo vivaio, il vero patrimonio. Chi per la prima squadra. E, sembra, persino chi per il centro sportivo. Ecco la necessità di costituire un’unica rete, che nello sport si traduce nell’espressione "cordata", per guidare l’Ancona che verrà. Da tre ad una. Tra gli interessati due gruppi da fuori regione, uno umbro e l’altro laziale, nonché un altro anconetano doc. Per quanto riguarda quello locale, le piste condurrebbero a mister Rays Stefano Marconi, già presidente dell’Anconitana. Parallelamente, sindaco e assessori hanno cercato di coinvolgere anche l’imprenditoria del territorio, affinché vi siano persone credibili, solide e determinate a sostenere la causa dell’Us Ancona. Un sondaggio sarebbe stato effettuato con un altro ex patron, Andrea Marinelli (foto in alto a destra). E così anche con altri gruppi della città. Ad ogni modo oggi dovranno essere scoperte le carte perché, più dei soldi che servono (400mila euro per la D, 135mila per l’Eccellenza), c’è una scadenza che incombe: quella di dopodomani, 4 luglio. Entro quel termine le risorse dovranno essere versate. Poi si potrà pensare alla questione dei marchi. A tal proposito, il sindaco stamattina incontrerà il Comitato "custode" dei simboli e della storia biancorossa e, subito dopo, anche la parte organizzata del tifo (una rappresentanza di Curva Nord, ndr) per chiarire l’ultima frenetica giornata di ieri e prospettare loro il futuro. Che appare ancora sospeso, ma evidentemente siamo entrati nella fase decisiva di una partita che non ha visto la partecipazione al bando del club in mano a Francesco Agnello (che detiene il 100 per cento della The Dream, società che controlla il 95 per cento dell’Ancona, ma il 5 è ancora in mano a Mauro Canil). Oggi se ne saprà di più. In un’altra giornata di passione per l’Us Ancona. Non certo una novità.