MARINA VERDENELLI
Cronaca

Corruzione ad Ancona, geometra del Comune e quattro imprenditori arrestati

Blitz della polizia prima delle 9, sospetti su alcuni appalti: cinque misure cautelari, quattro assessori tra i 30 indagati

Corruzione, arrestati geometra del Comune di Ancona e 4 imprenditori (Antic)

Ancona, 7 novembre 2019 - Perquisizioni, sequestri e cinque arresti. Una inchiesta giudiziaria per corruzione (video) travolge il Comune di Ancona, dove questa mattina è arrivata la polizia per eseguire un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un funzionario. Sospetti su appalti che vedono coinvolto soprattutto il settore dei Lavori Pubblici. Tra gli indagati risultano anche quattro assessori, tra cui Paolo Manarini. "Il mio assistito è certo che si farà chiarezza perché non c'entra nulla con le accuse mosse. Aspettiamo i risvolti delle indagini". Questa l'immediata replica del suo avvocato Franco Boldrini.

Il blitz è scattato prima delle 9 con gli agenti della Questura che sono andati negli uffici di viale della Vittoria e nella sede principale del Comune in piazza XXIV Maggio. L'operazione 'Ghost Jobs' è stata messa in atto con il contributo della sezione di polizia giudiziaria della polizia municipale, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ancona. Cinque in tutto le ordinanze di custodia cautelare: in carcere è finito un dipendente del Comune di Ancona, il geometra Simone Bonci, 40 anni, della direzione competente per i settori manutenzione, frana e protezione civile, arrestato dalla Squadra mobile per l'accusa di corruzione aggravata nell'ambito di lavori pubblici

Nei guai anche quattro imprenditori, di cui due anconetani, del settore edilizia ritenuti responsabili di corruzione aggravata e si trovano agli arresti domiciliari. 

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L'inchiesta, iniziata nell’autunno del 2018, ha visto come principale protagonista il funzionario: secondo l'accusa, non osservando il principio di rotazione degli inviti e delle assegnazioni dei lavori, ne liquidava il compenso in modo diretto e sistematico sempre alla stessa rosa di ditte “amiche” comprese in un vero e proprio “cartello”, una moltitudine di lavori in gran parte mai eseguiti, in altri casi effettuati solo parzialmente e per un valore di gran lunga inferiore a quello corrispondente al denaro pubblico erogato. In cambio il dipendente pubblico sarebbe stato ricompensato dagli imprenditori “amici”.

Ci sarebbero stati lavori eseguiti in abitazioni private, costosi oggetti hi-tech, tra cui telefoni, telecamere e droni, secondo gli investigatori guidati dal capo della Mobile di Ancona Carlo Pinto, tra le utilità che il geometra arrestato avrebbe ricevuto per favorire un 'cartello' di imprese in lavori pubblici nei quali sarebbero stati 'distratti' fondi per decine di migliaia di euro.

Le indagini hanno interessato vari appalti, secondo quanto riferito dalla polizia, affidati negli ultimi anni presso strutture pubbliche, Laghetti del Passetto, cimiteri e parcheggi.

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Secondo l'accusa, coordinata dai pm Ruggiero Dicuonzo e Valentina D'Agostino, le gare d'appalto incriminate sarebbero state vinte da una cerchia di imprese 'amiche' con offerte al ribasso che permettevano l'aggiudicazione; per integrare questa diminuzione di prezzo, a tali imprese, sempre secondo l'accusa, sarebbero stati assegnati altri lavori straordinari, anche con la formula delle varianti, pagati ma in realtà non eseguiti o realizzati per un valore inferiore. Una modalità, per gli investigatori, che avrebbe permesso anche di ricavare la provvista per la corruzione.

Nel corso dell’attività investigativa (video) sono emersi altri reati che coinvolgono 30 persone (tra loro quattro assessori: uno è Paolo Manarini, il cui ufficio è stato perquisito), indagate a vario titolo per i reati di abuso di ufficio, falsità materiale e ideologica in atti pubblici, turbata libertà degli incanti e in materia ambientale, truffa aggravata ai danni dello Stato finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, rifiuto di atti d'ufficio. Una decina le perquisizioni svolte nei confronti degli indagati.

Abuso d'ufficio, falso materiale e ideologico in atto pubblico, turbata libertà degli incanti e in materia ambientale, truffa aggravata, rifiuto atti d'ufficio i reati ipotizzati per i 30, che, assessori a parte, sono tutti dipendenti pubblici. Accuse comunque ancora al vaglio degli inquirenti.

Il sindaco Mancinelli: "Fatto grave"

"Non è una bella giornata, la vicenda è ancora tutta in corso, ma c'è un dato ad oggi: gli inquirenti avevano elementi sufficienti per ordinare una misura cautelare nei confronti di un dipendente comunale, quindi anche solo il fondato sospetto che ci sia un dipendente infedele, che abbia truffato la stessa amministrazione e l'interesse pubblico, è una cosa molto seria e molto grave". E' il commento del sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli, al blitz di questa mattina (audio). "Seguiremo gli sviluppi della vicenda - ha aggiunto la prima cittadina - e man mano che i contorni saranno più chiari potremmo fare anche qualche considerazione ed eventualmente prendere qualche provvedimento, nei limiti di quello che la legge consente".

"Su questo sono per il massimo rigore - ha assicurato - e lo abbiamo dimostrato in qualche altra vicenda che era capitata in questo comune (un dipendente che non lavorava in comune per fare un altro lavoro, ndr): quando il responsabile è stato scoperto e condannato lo abbiamo licenziato. Dunque, massimo rigore ma ovviamente calma e gesso perché, prima di travolgere la reputazione e la dignità di persone, bisogna che i fatti siano chiari".

"Non faccio i processi via You Tube - ha concluso Mancinelli -, però seguiremo attentamente lo sviluppo dei fatti e prenderemo tutte le misure necessarie a tutela dell'interesse pubblico".

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