"Salvo conguaglio", fine di una vicenda giudiziaria durata 24 anni. 112 famiglie titolari del diritto di superficie tirano un sospiro di sollievo: per la cassazione non devono pagare nulla e anzi il Comune deve rifondere le spese legali. La vicenda parte dalla concessione del diritto di superficie di aree nei comprensori Campolungo e Fonte Piccitù stipulate nel 1983 dal Comune con alcune cooperative nell’ambito del progetto di edili- zia economica e popolare. Nel Duemila il Comune aveva ingiunto agli assegnatari ex soci delle Cooperative, a titolo di conguaglio del corrispettivo di cessione/concessione, il pagamento di 855.891 euro. Si è aperto un vasto contenzioso che coinvolgeva 400 famiglie delle quali poi 288 hanno aderito alla transazione proposta dal Comune mentre per le altre 112 è iniziato un lungo iter giudiziale con il patrocinio degli avvocati Stefano Serrini e Paolo Mocchegiani di Jesi, conclusosi ora con l’ordinanza della Cassazione. "La Corte di Appello di Ancona – spiegano i legali - aveva respinto la domanda proposta dal Comune di pagamento del conguaglio in relazione alle aree cedute in diritto di proprietà e mercoledì scorso la Cassazione - preso atto della rinuncia dell’Amministrazione comunale al ricorso della decisione della Corte d’appello - ha dichiarato estinto il giudizio. Ha anche condannato il Comune al pagamento, a titolo di rifusione delle spese processuali, in favore delle famiglie titolari del diritto di superficie sugli alloggi poco meno di 10mila euro complessivi (a una sessantina di famiglie, ndr)".
CronacaComune, dopo 24 anni respirano 112 famiglie