RAIMONDO MONTESI
Cronaca

Come un simbolo. Il Cavallo di Paladino imbrattato e sporco. Uno schiaffo all’arte

L’opera di uno dei più quotati artisti internazionali sulle mura della Mole è ricoperta dagli escrementi di gabbiani e piccioni.

Come un simbolo. Il Cavallo di Paladino imbrattato e sporco. Uno schiaffo all’arte

L’opera di uno dei più quotati artisti internazionali sulle mura della Mole è ricoperta dagli escrementi di gabbiani e piccioni.

Da simbolo della rinascita culturale di Ancona e della valorizzazione della Mole Vanvitelliana a simbolo di degrado, lo stesso in cui versano vari luoghi della città, opere d’arte comprese. Rischia questo destino del "Cavallo" di Mimmo Paladino, che dal 2017 fa bella mostra di sé in cima al marciaronda dell’ex lazzaretto. La scultura è da tempo sporca, in particolare a causa delle deiezioni di gabbiani e piccioni. Le tracce biancastre degli escrementi sono ben visibili anche a distanza, ed è inutile dire che l’effetto non è dei più piacevoli. L’opera, sia per la sua posizione che per il suo colore (un rosso acceso) non passa certo inosservata. La vedono, tra gli altri, i turisti che dalla stazione ferroviaria raggiungono il centro, o anche quelli che giunto al porto si incamminano verso la stazione stessa. Senza contare tutte le persone che vanno alla Mole Vanvitelliana per visitare mostre e assistere a incontri ed eventi culturali. L’ingresso, ora che quello principale sotto Porta Pia è chiuso, è quello al Mandracchio. Ebbene, varcando la soglia, il Cavallo (alto oltre quattro metri) si trova proprio lì sopra, a pochi metri di distanza, e tutti possono rendersi conto in che stato si trova. Inutile dire che spesso si possono ‘ammirare’ anche i gabbiani che vi si posano, e che ogni tanto vi lasciano i propri ‘ricordini’, che poi scivolano lungo l’intero corpo dell’animale. Sarebbe dunque il caso di intervenire, pulendo la scultura e restituirla così al suo originario splendore. Cosa non facile, per chiunque sia a conoscenza dei tempi burocratici necessari ogni qualvolta si ha a che fare con un’opera d’arte pubblica.

Sta di fatto che il Cavallo di Mimmo Paladino, così com’è non rappresenta certo un bel biglietto da visita per la città. E pensare che in quel 18 marzo 2017, la scultura arrivò trasportata da un peschereccio per essere poi issata sulle mura della Mole, ci fu grande entusiasmo. Tanti cittadini si ritrovarono per assistere all’evento, e tra loro i bambini delle scuole elementari degli Archi.

D’altronde va ricordato che Mimmo Paladino è uno dei più quotati artisti a livello internazionale. Pittore e scultore, è stato tra i principali esponenti della transavanguardia. Le sue opere sono presenti nelle collezioni di più di cinquanta musei in tutto il mondo, tra cui il Museum of Modern Art ‘MoMA’ e il Metropolitan Museum of Art di New York, il Centre Georges Pompidou di Parigi e la Tate Britain Gallery di Londra. A dire il vero l’opera di Paladino suscitò, e continua a suscitare, anche reazioni negative. Ad alcuni l’opera non piace, inutile negarlo. Cosa che capita di frequente quando di mezzo c’è l’arte contemporanea. Qualcuno addirittura la affiancò idealmente a un’altra statua situata lì vicino: ‘Violata’ di Floriano Ippoliti (su internet comparve anche un fotomontaggio in cui si vedeva Violata in groppa al Cavallo). Una cosa è certa: la scultura ad alcuni piace e ad altri no, ma ridotta in queste condizioni non piace a nessuno.