CHIARA CASCIO
Cronaca

Cieca insultata a Jesi, l’Inps si scusa e ora indaga

Il direttore regionale ha avviato un’inchiesta interna e ha chiamato Angela Carafa

Angela Carafa è cieca da 4 anni e da 19 vive a Castelbellino

Jesi (Ancona), 1 marzo 2019 - Cieca insultata allo sportello, l’INPS ha avviato un’indagine interna per far chiarezza sull’accaduto. A renderlo noto è Alessandro Tombolini, Direttore regionale INPS Marche, appena appresa la notizia dal Carlino: «Il direttore provinciale Inps di Ancona - ha aggiunto - ha contattato la famiglia dell’interessata per presentare, anche a nome della direzione regionale, le scuse per lo spiacevole accadimento».

La vicenda, oramai nota, è quella che ha coinvolto la famiglia De Magistris: «Hanno chiamato mia madre cieca di m… e mio padre testa di c... Non è avvenuto per strada ma ad uno sportello pubblico» aveva raccontato al Carlino Ilaria De Magistris figlia di Angela Carafa che è rimasta cieca in seguito ad intervento chirurgico alla cataratta quattro anni fa, originaria di San Severo di Puglia ma da 19 anni a Castelbellino.

La figlia Ilaria lunedì, poco dopo le 12,30 era scoppiata in lacrime nell’ ufficio Inps di via Gallodoro a Jesi dove aveva accompagnato il padre Angelo per la pratica relativa alle legge 104, per l’assistenza ad Angela.

«Guarda che sopra c’è quel testa di c... con la moglie cieca di m...» sono le parole che la figlia Ilaria dice di aver ascoltato uscire dalla bocca dell’impiegato allo sportello, inconsapevole del fatto che fosse presente la figlia di Angelo De Magistris.

Parole riferite alla funzionaria del piano di sopra che, a pochi minuti dalla chiusura degli sportelli, scesa di sotto chiedeva cosa rimanesse da fare. La famiglia aveva così denunciato l’impiegato ai carabinieri per diffamazione. Se arrivassero le scuse da parte del funzionario, i De Magistris sarebbero anche disponibili a ritirare la querela: ieri mattina, però, l’unica telefonata arrivata è stata quella del direttore provinciale: «È vero, mi ha contattata e ho accettato le sue scuse - commenta Angela Carafa -. Indubbiamente, la telefonata mi ha fatto piacere ma chi si deve scusare non è il direttore, è l’impiegato che mi ha offesa. Che però non si è fatto vivo».

Alla telefonata con il direttore provinciale seguirà questa mattina un incontro: «Abbiamo chiacchierato un po’, ha detto di volersi scusare personalmente, di voler conoscere me e il mio cane guida - continua Angela -. Ad ogni modo, le scuse devono arrivare da chi mi ha offesa. Non importa se per telefono, per messaggio o per lettera: qualora arrivassero, siamo disponibili a ritirare la denuncia».