
"Il Covid ci ha messo a dura prova e così dopo un periodo di restrizioni, disdette e difficoltà anche a reperire camerieri, abbiamo deciso di chiudere l’agriturismo". A parlare è Gianluigi Uncini, titolare assieme alla moglie Annamaria Presciutti dello storico agriturismo Croce del Moro a Rosora, in via Tassanare, al centro di un’oasi di pace sulle colline del Verdicchio. Stop al servizio di ristorazione e per il momento anche alla fattoria didattica, e la produzione di cosmetici tramite le erbe officinali, resta l’azienda agricola che produce sapa, visciola e confetture. Un casolare ristrutturato rispettando lo stile e le tradizioni agricole che per 27 anni ha ospitato migliaia di famiglie marchigiani e di turisti. Gianluigi e sua moglie Annamaria hanno un figlio che però da ingegnere elettronico ha deciso di andare a Londra. Di qui la decisione che ha lasciato con l’amaro in bocca tanti clienti affezionati. "Il Covid è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma non è stato l’unico fattore – spiega Gianluigi Uncini –. Negli ultimi due anni anche trovare camerieri è stato difficile perché per via del reddito di cittadinanza e d’emergenza o per la disoccupazione molti non accettavano di essere messi in regola per fare il cameriere. Cercavano di mantenere il sussidio e non accettavano il lavoro. Abbiamo lavorato con soli tre camerieri quando ne sarebbero stati necessari 6 o 7 e i turni sono stati massacranti dalle 5 di mattina a notte fonda. I ristori Covid sono stati quasi inesistenti e nell’ultimo periodo del 2021 sono tornate le disdette, soprattutto le cene e i pranzi aziendali e sociali. Così a 61 anni dopo 27 anni di attività ininterrotta ho deciso di chiudere l’agriturismo al 31 dicembre scorso per dedicarmi all’azienda agricola con la possibilità magari per il futuro di riattivare la fattoria didattica. Da quando abbiamo annunciato la chiusura, ci sono arrivati tanti attestati di stima e persino doni, è stato davvero commovente". Il "Moro" era un nobile della celebre famiglia "Della Genga" e possedeva una villa tra Rosora, Poggio San Marcello e Mergo, ora Tassinare-Croce del Moro. La zona fu disboscata dai monaci di Sant’Elena. In quella villa furono celebrate le nozze tra Donna Clementia, figlia di Domenico di Angelo detto il Moro della Genga. Secondo una tradizione popolare arrivata fino a noi, il Moro fu impiccato perché inimicatosi il Castello e i signori di Jesi. Per segnale e monito fu eretta una croce che ricostruita sorge ancora accanto alla fontana di Tassinare. Di qui il toponimo aggiuntivo a Tassinare di Croce del Moro.
Sara Ferreri