SARA FERRERI
Cronaca

Chiude la Liomatic: 50 lavoratori a rischio

L’azienda: "Stop previsto tra un mese, o rinunciate al posto o vi trasferite". Insorgono i sindacati, Bacci: "Situazione grave e complessa"

di Sara Ferreri

Dopo la Caterpillar, un’altra importante azienda annuncia la chiusura (anch’essa tra un mese) di uno stabilimento a Jesi: la Liomatic che ha sede principale a Perugia e diverse filiali in centro Italia tra cui una a Macerata e un’altra a Pesaro. Altri 50 lavoratori a rischio. Se n’è discusso ieri in Consiglio con il sindaco Massimo Bacci che ha definito la situazione "particolarmente complessa e grave". "L’azienda, che vende snack e bevande con distributori automatici – spiega la Filcams Cgil di Ancona – ha comunicato giovedì alla Filcams Cgil e alla Fisascat Marche la volontà di chiudere lo stabilimento jesino sostenendo di aver avuto un calo d’incassi non quantificato, nel corso degli ultimi anni. Ai lavoratori è stato detto, con appena un mese di preavviso, che l’azienda chiuderà i battenti dal primo marzo. Il tutto prospettando due alternative: accettare trasferimenti molto lontani dalle proprie residenze o rinunciare al lavoro". "Alla società abbiamo chiesto di ritirare la procedura di chiusura – dichiara Carlo Cotichelli, segretario provinciale Filcams Cgil Ancona – per discutere della questione con tempi più ampi. È stato sollecitato anche un incontro alla Regione per trovare la giusta soluzione. L’azienda – spiegano – si è limitata a rendere nota una decisione già presa senza fornire ulteriori spiegazioni". La Regione si è già impegnata a convocare il tavolo di confronto che si terrà probabilmente mercoledì.

"Sarà l’occasione – spiega Sara Dominella, segreteria provinciale Filcams Cgil – per congelare questa procedura di chiusura e valutare tutte le alternative possibili. Non dimentichiamoci che il territorio di Jesi è stato già ferito dalle vertenze della Caterpillar e del Federico II di Jesi: in tutto, si parla della sorte di 400 lavoratori". L’azienda ha sedi anche ad Arezzo, Roma e Faenza e già prima del Covid aveva chiuso una piccola rivendita alla Baraccola. L’aula ieri ha approvato all’unanimità un ordine del giorno a sostegno dei lavoratori Caterpillar e Bacci, interpellato dal consigliere di maggioranza Nicola Filonzi, ha usato parole dure contro la multinazionale americana: "Nessuno aveva anticipato nulla al Comune. Lo stesso responsabile di stabilimento, nominato di recente, si è presentato con la Digos per comunicare la notizia ai lavoratori. Mi ha sorpreso molto anche perché le multinazionali dovrebbero avere la capacità di gestire processi così complessi e delicati. Considero assurda questa gestione, che nel tempo, credo, potrebbe diventare un boomerang per chi l’ha attuata. Mi sono trovato in più occasioni ad avere a che fare con gli imprenditori, per fortuna non in casi di chiusura di azienda, e non mi era mai capitato di assistere ad azioni simili. La modalità sembra più da principianti, che non da multinazionale".