ALBERTO BIGNAMI
Cronaca

"C’è troppa gente in giro senza un perché Se continua così, si rischia di non uscirne più"

Gli stessi gestori di locali aperti al pubblico sono critici. Barzillona (Angolo del Dolce): "Questa non è una zona rossa, meglio il lockdown"

di Alberto Bignami

I controlli non mancano affatto, ma le persone che si spostano per motivi non contemplati dal Decreto, sono molte di più rispetto agli agenti delle forze dell’ordine messi in campo. Il passeggio è continuo, e va ben oltre quello che potrebbe essere inteso come la classica ‘boccata d’aria’, permessa stando nei dintorni di casa. Non è così se si vedono però persone ferme nella piazzetta della Coop del Piano a bere birra, così come nelle panchine di piazza Cavour che vengono nascoste dalle siepi che si affacciano su corso Stamira.

Si continua poi a riempire le panchine nelle quali tre persone stanno sedute, e altrettante in piedi: tutti a parlare tra di loro. La voglia di uscire è indubbiamente tanta, ma il rispetto delle regole viene meno. "La zona rossa – dice Francesco Barzillona del bar pasticceria L’Agolo del Dolce di corso Carlo Alberto – servirà a qualcosa se fatta con un criterio logico. Allora sì che la approverei. Ma concepita in questo modo – prosegue – non ce la faccio. Così, non facciamo altro che allungare una agonia. C’è ancora troppa gente che gira senza un perché. Queste non sono passeggiate, ma spesso si tratta di persone che vagano e basta per poi sedersi su un muretto e parlare con le mascherine abbassate. A questo punto, davvero, preferirei che si chiudesse tutto; si facesse un lockdown serio per cercare di riprendere a lavorare con normalità". Vedere persone che passeggiano senza un senso, a chi ha un’attività ormai diventata altalenante da oltre un anno, è un qualcosa che fa male e che non lascia pensare ad un futuro migliore. "Ora hanno chiuso anche i parrucchieri – aggiunge – e qui al Piano ce ne sono diversi. Ebbene – commenta – i loro clienti erano anche i nostri perché magari passavano a prendere un caffè d’asporto o una colazione prima o dopo l’appuntamento". Dal Piano al Centro, il pensiero non cambia.

Michael Salerno e Laura Papa, giovanissimi titolari del Barangolo di piazza Cavour, inaugurato lo scorso settembre, si trovano d’accordo sul fatto che "le persone non dovrebbero girare in questo modo – dicono -. Non dovrebbero farlo per una questione di "correttezza". Vero è che c’è tanta gente che rispetta le regole del Decreto e si muovono effettivamente per lavoro, necessità o salute; ma tante altre non lo fanno. Siamo fiduciosi su queste restrizioni, che ci portano a sperare che qualcosa possa migliorare davvero. Però – spiegano – ci piacerebbe che la gente si mettesse anche nei nostri panni, di tutti coloro che hanno un’attività. Venerdì ad esempio, pur potendo fare l’asporto, abbiamo chiuso alle 16.30 perché in questo lato della piazza non c’era nessuno. Immaginatevi però quanto ci possiamo essere rimasti male poco dopo, nel tornare a casa passando per il centro, vedere gruppi e gruppi di persone fermi a chiacchierare. Noi avevamo chiuso anche convinti che la gente non ci fosse perché stava rispettando la legge. Insomma – concludono amareggiati -: noi crediamo nei sacrifici e siamo disposti a farli più che volentieri, ma vorremmo anche che tutti si mettessero una mano sul cuore e pensassero che questi sacrifici, servono a tutti noi".