Jesi (Ancona), 11 dicembre 2021 - In Confindustria doveva essere presentata la semestrale e dovevano essere discusse le assunzioni di una quindicina di interinali e invece il nuovo direttore dello stabilimento ha annunciato la chiusura dello stabilimento con 260 licenziamenti della Caterpillar a Jesi. La Fiom, sbigottita, contesta la decisione e lascia immediatamente il tavolo manifestando tutto il proprio disappunto, le altre sigle la seguono poco dopo.
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La notizia da Ancona rimbalza a Jesi e in una manciata di minuti le tute blu bloccano la produzione, uscendo fuori dallo stabilimento in uno sciopero spontaneo (foto). Davanti ai cancelli arrivano i sindacati e poco dopo, scortato e a bordo di una grossa Mercedes con vetri oscurati scende, megafono alla mano, Jean Mathieu Chatain, il direttore di stabilimento insediatosi da appena 20 giorni, dopo l’uscita di scena del suo predecessore storico. Chatain conferma con il megafono, davanti ai cancelli della fabbrica, la decisione motivata da ragioni di competitività e viene travolto dalle accuse di sindacati e operai che appena mezz’ora prima hanno scoperto di non avere più, probabilmente, un posto di lavoro.
Momenti di tensione, sono volate parole pesanti: "Pagliaccio". "Di cosa vuoi parlare tu che guadagni miliardi. Vattene". I rappresentanti di Fim e Fiom gli hanno fatto notare come da 32 anni lui sia in questa azienda e lo hanno invitato ad andarsene "dato che siamo in sciopero". "Le comunicazioni si fanno in assemblee e in orario di lavoro, pagato". Alla fine il dirigente, su consiglio della polizia, si è allontanato con un Mercedes Vito dai vetri oscurati: è stato costretto alla fuga con i lavoratori che hanno tirato pugni e un sasso sull’auto e poi rincorso le guardie del corpo che se ne stavano andando a piedi in direzione della superstrada.
Un operaio gridando, stava raggiungendo le due guardie del corpo che pure si affrettavano in direzione Jesi Est ma è stato bloccato dai poliziotti e dai suoi colleghi. La decisione della multinazionale sembra irrevocabile e Chatain ha comunicato ai sindacati come la decisione del 2 dicembre scorso sia stata preceduta dal tentativo di diversificare la produzione o trovare altre soluzioni. Così l’appello delle sigle sindacali è rivolto soprattutto alle istituzioni per spingere l’azienda al dietrofront, come accaduto poche ore prima con la vertenza Elica. Fim Fiom e Uilm definiscono "assolutamente inaccettabile quanto comunicato".
"Chiudere lo stabilimento – attaccano – non può essere la soluzione a problematiche da noi incomprensibili. Attualmente la Caterpillar lavora a pieno regime su 3 turni anche con richiesta di straordinari e non ha problemi finanziari, con bilanci in utile. La situazione non lasciava presagire una decisione così estrema e traumatica con pesanti ricadute su un territorio già gravemente colpito da altre crisi. Abbiamo immediatamente proclamato lo stato di agitazione con presidio in sciopero del sito produttivo – aggiungono –. Lunedì si svolgerà un’assemblea sindacale dove insieme ai lavoratori decideremo le prossime iniziative per la difesa del sito. È fondamentale che le istituzioni territoriali si attivino immediatamente per sostenere l’azione sindacale e dei lavoratori, aprendo dei tavoli bilaterali in modo da forzare l’azienda nel recedere da questa scellerata decisione". L’ex sindacalista Marco Bentivogli twitta: "È una fabbrica dove ho lasciato il cuore in mille battaglie. Ragazzi straordinari e di gran cuore che meritano un futuro di certezze".
La procedura di mobilità parte oggi: si hanno 75 giorni per le trattative.
Acquaroli: "Chiusura inaccettabile, il Governo si muova"
La notizia della chiusura del sito di Jesi della Caterpillar, se confermata "sarebbe un fatto gravissimo perché, senza alcun coinvolgimento e confronto, cancellerebbe il valore occupazionale e sociale dell'impresa, pregiudicando e mettendo nelle mani di pochi il destino di famiglie e territori interi". Lo dice il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, che parla di "scelte unilaterali inaccettabili frutto di una visione miope che non ha nulla a che vedere con i principi di tutela del lavoro sanciti dalla nostra Costituzione". Il governatore annuncia di aver già convocato in Regione per lunedì una rappresentanza dei lavoratori e assicura che "nelle prossime ore faremo tutti gli approfondimenti del caso e coinvolgerò direttamente il ministro nella vicenda, anche con una lettera formale, affinché il Governo intervenga subito e ci aiuti a difendere i nostri territori". Per Acquaroli infatti "non possiamo lasciarli in balìa degli interessi di grandi gruppi che si stanno dimostrando insensibili rispetto alle esigenze di lavoro e coesione della nostra comunità. Pertanto esprimo anche la massima solidarietà e vicinanza ai lavoratori coinvolti, garantendo il massimo impegno della Regione su questa vertenza così delicata e importante per Jesi, la Vallesina e le Marche intere". L'assessore regionale al Lavoro Stefano Aguzzi, non appena appresa la notizia. Aguzzi ha convocato i sindacati per lunedì mattina per un incontro che si svolgerà alla presenza di Acquaroli.