Castelplanio (Ancona), 3 febbraio 2024 - Il corpo di Andreea Rabciuc era già nel casolare abbandonato quando pochi giorni dopo la scomparsa sarebbe stato ispezionato dai vigili del fuoco e anche da due youtubers?
Sarebbe scaturito dalla necessità di rispondere a questa domanda il nuovo sopralluogo della procura, stamattina al casolare di via Monte Adamo 26, sulla Montecarottese. Alla presenza del pm Irene Bilotta, in diversi sono entrati nel casolare dove il 20 gennaio scorso sono stati ritrovati i resti ossei di una persona, probabilmente la 27enne di origini rumene, il suo zainetto, un foulard e un messaggio impresso in un corrimano.
Il sopralluogo è scattato ieri mattina alle 8,40 alla presenza dei vigili del fuoco del distaccamento jesino necessari ad assicurare l’ingresso nella stanza pericolante dove sono stati ritrovati i resti ossei. Sul posto i carabinieri del Sis, quelli della compagnia carabinieri di Jesi, con il comandante Elpidio Balsamo, l’analista forense Luca Russo, il medico legale Adriano Tagliabracci e uno psichiatra, nuovo consulente della procura.
Era già lì Andreea quando vigili del fuoco e youtubers sono entrati nel casolare che si affaccia proprio sulla Montecarottese? Chi è entrato è andato al primo piano, puntellato perché pericolante e dove si sarebbe trovato il corpo? Si è cercato di ricostruire ancora una volta il passaggio di persone in quel casolare che si trova a meno di un chilometro di distanza dalla roulotte dove con il compagno Simone Gresti, ancora oggi unico indagato. Andreea aveva passato la notte assieme ad altri due conoscenti, prima che si perdessero le sue tracce, il 12 marzo di due anni fa.
Sul posto, pc alla mano, anche l’analista forense Luca Russo, cui il pubblico ministero aveva affidato l’analisi di due cellulari che Gresti aveva acquistato dopo la scomparsa della 27enne.
Oltre alla ricerca di materiale biologico o di altre tracce fisiche di un passaggio di persone nel casolare, si cercano infatti anche tracce non fisiche e in particolare localizzazioni attraverso le celle telefoniche. Tutto questo per capire se, in concomitanza con la rottura della finestra sul retro, poche ore dopo la scomparsa e poi di nuovo alcuni giorni dopo, sia entrato lì prima del ritrovamento dei resti.
Al momento e sin da un mese dopo la denuncia di scomparsa della ragazza, unico indagato è il 45enne Simone Gresti, dapprima per sequestro di persona e spaccio di droga e, dopo il ritrovamento del corpo, anche per omicidio volontario e istigazione al suicidio.