REDAZIONE ANCONA

Cartiere, anche lo sport si mobilita contro i tagli

Durante la partita della Ristopro sia giocatori che pubblico hanno mostrato fogli di carta con la scritta "Salviamo la storia della nostra città"

I giocatori della Ristopro con i fogli di protesta

I giocatori della Ristopro con i fogli di protesta

Quasi 200 esuberi alle cartiere, cresce la mobilitazione nel Fabrianese. Domenica pomeriggio a Cerreto d’Esi anche i giocatori schierati in campo per la partita di serie B nazionale Fabriano-Roma hanno tenuto in mano un foglio di carta ‘Fabriano’ e la scritta "Salviamo la storia della nostra città". Tanti fogli bianchi uno di fianco all’altro per lanciare un messaggio forte. Stessi fogli bianchi anche in mano al pubblico accorso per seguire la partita.

Tra il pubblico anche il grande striscione scritto in blu: "Giù le mani dalla storia: la cartiera non si tocca". Quella di ieri è stata una giornata di attesa guardando al ministero da cui i sindacati ma anche le istituzioni attendono una convocazione. Il tavolo al Ministero per le imprese e il made in Italy dovrebbe tenersi prima del 24 quando i vertici del gruppo Fedrigoni e i sindacati torneranno a incontrarsi per la trattativa. Al momento non sono previsti nuovi scioperi ma c’è anche chi propone di occupare le cartiere.

"La decisione di chiudere la Cartiera Giano 1264 non è dovuta a una crisi industriale o finanziaria, bensì a mere logiche di profitto – alza la voce dall’opposizione cittadina Fabriano Progressista -. L’azienda, che continua a vendere carta, pagare fornitori e dipendenti regolarmente, viene penalizzata da una gestione finanziaria che antepone le esigenze di fondo speculativo alla ricerca di margini più elevati agli interessi della comunità e della produzione locale. La Giano 1264, infatti, non soffre di difficoltà economiche, ma viene sacrificata per soddisfare le esigenze della proprietà. Il capannone è stato venduto a una società dello stesso gruppo per gravare l’azienda di nuovi costi di affitto, mentre le forniture vengono negoziate all’interno della filiera a prezzi non competitivi, con l’obiettivo di trasferire profitti altrove. La chiusura non è una necessità, ma una scelta. All’indomani del Consiglio aperto di sabato, ci uniamo all’esortazione del sindaco e la comunità è chiamata a unirsi e mobilitarsi. L’esempio degli operai del collettivo Gkn, che hanno avviato un piano di reindustrializzazione dal basso grazie all’azionariato popolare – aggiungono -, dimostra che esiste un’alternativa praticabile. Oggi più che mai, è necessario alzare il livello dello scontro e opporsi all’interruzione della produzione con qualsiasi mezzo. Esortiamo lavoratori e sindacati a convocare un’assemblea sindacale permanente nello stabilimento di Rocchetta. Chiediamo la convocazione anche di un altro consiglio comunale, a novembre e stavolta in fabbrica. Se si dovesse arrivare al gesto estremo di occupare lo stabilimento, noi ci saremo. La produzione non deve essere interrotta. Solo con una mobilitazione decisa si potrà costringere Fedrigoni a riportare il capannone e le forniture sotto il controllo diretto di Giano 1264".