MARINA VERDENELLI
Cronaca

Carabinieri alla festa della scuola di danza, il Capodanno non era abusivo: assolto

Dopo quattro anni l'imputato, un 63enne maceratese, è stato assolto dal reato di apertura abusiva di una locale di pubblico spettacolo. Per il giudice “il fatto non costituisce rato"

Dopo quattro anni l'imputato, un 63enne maceratese, è stato assolto dal reato di apertura abusiva di una locale di pubblico spettacolo; nel riquadro, l'avvocato della difesa Alessio Silvi

Dopo quattro anni l'imputato, un 63enne maceratese, è stato assolto dal reato di apertura abusiva di una locale di pubblico spettacolo; nel riquadro, l'avvocato della difesa Alessio Silvi

Ancona, 19 novembre 2024 - Passata la mezzanotte e mezza erano arrivati i carabinieri alla festa di Capodanno. La serata, con cenone, tombola e balli, per l'accusa non si sarebbe dovuta tenere perché il locale non era stato autorizzato. Un presunto veglione abusivo che ha portato a processo il titolare di una scuola di ballo osimana che aveva organizzato nella sua sede, quella di "Studio Danza", il Capodanno 2020 al Club Dancing di Osimo, lungo la statale Adriatica.

Dopo quattro anni l'imputato, un 63enne maceratese, è stato assolto dal reato di apertura abusiva di una locale di pubblico spettacolo. "Il fatto non costituisce rato" ha deciso ieri la giudice Alessandra Alessandroni, al termine dell'istruttoria dove hanno sfilato diversi testimoni sentiti nel merito. C'erano stati da poco i fatti della tragedia di Corinaldo e c'era molta attenzione alle feste e dove venivano fatte. Per la pubblica accusa quel locale non avrebbe avuto la licenza per fare un veglione. C'erano gli addetti alla sicurezza, chi controllava le uscite e gli ingressi al pari di una discoteca.

Per gli organizzatori era stato solo un Capodanno per i tesserati, quindi in forma privata. Nessuna festa abusiva. "Siamo molto soddisfatti - hanno commentato gli avvocati della difesa, Alessio Silvi e Massimo Di Cola, al termine della camera di consiglio - si è ridata dignità ad una struttura che voleva promuovere la danza e il ballo in ogni sua forma". A far scattare il controllo era stata una nota dell'Associazione Locali da Ballo Marche che aveva portato a conoscenza il sindaco, il questore e il prefetto di una festa (pubblicizzata sui social) in una struttura che non ne avrebbe avuto i requisiti. A processo si è arrivati dopo una opposizione al decreto penale di condanna fatto dalla difesa dell'imputato che voleva dimostrare la sua piena innocenza.