
Agenti della Polfer su un treno dopo un’aggressione
Avevano litigato animatamente con un passeggero, per un problema di posti, poi la discussione si era protratta con altri passeggeri culminando con l’aggressione ad una capotreno che dopo una fermata del convoglio era risalita a bordo. Calci e graffi aveva rimediato la dipendente di Trenitalia andata in ospedale a farsi medicare e riportando una prognosi di cinque giorni.
Protagonista una coppia di fidanzati, lui 52 anni, foggiano, lei 41 anni romana. Entrambi sono finiti a processo per interruzione di pubblico servizio e, solo la donna, anche per resistenza a pubblico ufficiale. Sono difesi dall’avvocato Edoardo Massari. L’episodio risale al 10 agosto del 2022, alla stazione di Senigallia. Era una giornata afosa e i due passeggeri facinorosi erano a bordo, in vacanza, un po’ su di giri. Il treno, un regionale veloce Piacenza-Ancona che non ha potuto continuare il viaggio, era pieno e si è innescata una lite per un posto che sarebbe stato occupato impropriamente. Ieri, nel processo che si sta tenendo davanti al giudice Roberto Evangelisti, è stata sentita la capotreno aggredita, una umbra di 36 anni, parte civile nel processo con l’avvocato Alessandro Ferri.
"Ho riportato escoriazioni al collo e alle mani – ha raccontato la vittima in aula – poi ho avuto bisogno anche di un supporto psicologico perché la notte non riuscivo più a dormire per il trauma subito. Ancora oggi non so perché sono stata aggredita, ero scesa poco prima per controllare il carrozzamento e quando sono risalita a bordo la donna mi ha colpita. Con il cellulare ho chiamato subito la polizia".
Ieri è stato sentito anche un poliziotto intervenuto che ha riferito di aver visto la capotreno a terra mentre il compagno della 41enne imputata cercava di andare addosso a due magrebini. Un agente è stato spinto anche a terra. "La donna si è poi sentita male – ha detto il poliziotto - e l’abbiamo portata in pronto soccorso". In ospedale le è stato somministrato un calmante perché la 41enne era difficile da contenere. Stando ad un altro agente che ha testimoniato sempre ieri l’imputata non sarebbe stata lucida ed era disorientata come di chi aveva bevuto parecchio. La romana ha risarcito di 750 euro la capotreno e Trenitalia di 250 euro con l’aiuto di una parrocchia che ora sta frequentando per cambiare stile di vita. Prossima udienza il 26 gennaio per sentire un ultimo testimone e la discussione.