Ancona, 6 novembre 2024 — Un edificio industriale di 3mila metri quadrati, utilizzato da una società attiva nel settore della cantieristica navale. Al suo interno c’era una vasta discarica abusiva, controllata da un responsabile noncurante di essere incappato nelle violazioni in fatto di materia ambientale e per non aver rispettato le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Uno spazio scoperto però nei passati giorni dalla guarda di finanza di Ancona. I controlli sono stati eseguiti dalla Compagnia di Falconara Marittima — con la collaborazione dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche e dell'Azienda Sanitaria Territoriale di Ancona — ed è emerso che circa metà del capannone era occupata da rifiuti, alcuni dei quali pericolosi.
I rilevamenti di Arpa e Ast di Ancona
Sul soffitto, inoltre, sono state trovate tegole in amianto in pessimo stato di conservazione, frantumate e divelte. All'interno del sito erano presenti due dipendenti che stavano lavorando in un ambiente ritenuto altamente insalubre e bisognoso di urgenti interventi di bonifica e messa in sicurezza. A causa del grave stato di abbandono e degrado dell'area, i militari hanno proceduto al sequestro preventivo del capannone, con l'obiettivo di evitare ulteriori rischi per la salute dei lavoratori e prevenire una potenziale contaminazione da fibre di amianto. Nel loro intervento, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche e l'Azienda sanitaria territoriale di Ancona hanno campionato e classificato i rifiuti, compreso l'amianto, rilevato anche sul suolo.
Denunciato il titolare
Dopo le indagini, così, il legale rappresentante della società è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Ancona per violazioni in materia ambientale e per non aver rispettato le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. L’operazione, ha spiegato in una nota la Guardia di finanza, sottolinea l'impegno delle fiamme gialle nel garantire la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, assicurando che ogni impresa rispetti le norme vigenti. Inoltre, l'intervento dimostra la volontà di combattere gli illeciti ambientali, che costituiscono una pratica di concorrenza sleale nei confronti degli operatori economici onesti che rispettano le procedure legali di smaltimento dei rifiuti.