Il motto è ‘vedi cosa bevi’. O come alternativa ‘conosci cosa bevi’. E’ il concetto chiave di ‘Cantine Aperte’, manifestazione dedicata al mondo del vino che offre ai visitatori l’opportunità di scoprire e degustare i prodotti delle migliori cantine italiane. Sabato e domenica (ore 10-18) anche nelle Marche si potrà fare un ‘viaggio enologico’ nel territorio che va dai colli pesaresi all’Ascolano, passando per luoghi ormai diventati sinonimo di vino come Serrapetrona e Matelica.
Cuore di questo territorio può essere considerato proprio quello della centrale provincia anconetana, con i suoi due ‘gioielli’, il Verdicchio e il Rosso Conero, e il sempre più apprezzato Lacrima di Morro d’Alba. Basti dire che delle 75 cantine marchigiane partecipanti 40 sono nella nostra provincia.
Eccole: Pieri, Polenta, Moroder (frazione di Montacuto) e Marchetti ad Ancona, Casa Vinicola Gioacchino Garofoli a Loreto, Casalfarneto e Poderi Mattioli a Serra De’ Conti, Conti di Buscareto a Ostra, Fattoria Le Terrazze a Numana, Fazi Battaglia a Castelplanio, Filodivino a San Marcello, Giusti e Mezzanotte a Senigallia, Montecappone a Jesi, Santa Barbara a Barbara, Stefano Mancinelli, Tenuta Di Fra’, Ronconi–Sant’Amico, Lucchetti, Vicari e Marotti Campi a Morro d’alba, Strologo Silvano e Mercante a Camerano, Tenuta Mattei a Corinaldo, Tenute Priori & Galdelli a Rosora, Terre Cortesi – Moncaro a Montecarotto e Camerano, Sabbionare a Montecarotto, Vallerosa Bonci e Colonnara a Cupramontana, Venturi Roberto a Castelleone di Suasa, Vigna degli Estensi a Roncitelli di Senigallia, Vignamato e Ceci Enrico a San Paolo di Jesi, Vigne Di Leo, Zaccagnini e Finocchi Viticoltori a Staffolo, Accadia a Serra San Quirico, Azienda Agricola Landi Luciano a Belvedere Ostrense e Bucci a Ostra Vetere.
A organizzare il tutto è il Movimento Turismo del Vino Marche, presieduto da Serenella Moroder, che ricorda qualche numero: "Questa è la trentunesima edizione. Siamo quindi la più longeva manifestazione dedicata al vino. Ogni anno abbiamo tra i 50 e i 60mila visitatori. Il nostro Movimento è nato trent’anni fa e ha 84 cantine. L’obiettivo è coniugare la qualità del vino con la qualità dell’accoglienza".
Moroder non nasconde il proprio orgoglio per quello che la regione può vantare: "Siamo un territorio che va scoperto sempre di più. La qualità dei nostri vini non è inferiore a nessuna, i nostri vitigni sono un unicum e le nostre colline sono le più belle. Chi viene nelle Marche si innamora di questi paesaggi, di questi vini e dell’arte di crearli. I nostri vignaioli devono trasmettere agli enonauti la passione che mettono nel fare il vino: catturarli, emozionarli e così farli tornare".
Accade, ma c’è ancora da lavorare. Un esempio? Il Verdicchio è il bianco più premiato d’Italia, eppure altri bianchi in Italia godono di maggior fama, pur avendo un rapporto qualità prezzo decisamente inferiore. Lo sanno bene, tra gli altri, Caterina Garofoli e Andrea Barboni (Tenuta di Tavignano a Cingoli). I cui prodotti di punta (Podium, tra i cento vini migliori al mondo per Wine Spectator, e Misco, nel 2015 miglior bianco d’Italia per il Gambero Rosso) viaggiano sui 15 euro... O come Matteo Cesari de Maria della VerSer, che da Milano si è trasferito a Serrapetrona, dove tra l’altro ha perfezionato l’innovativo rosé di vernaccia nera, subito premiato.
Raimondo Montesi