REDAZIONE ANCONA

Campi fotovoltaici: ora il nodo degli espropri

Mentre il comitato continua la sua battaglia contro la realizzazione dei due impianti, Comune e Provincia si rimpallano le procedure

Campi fotovoltaici: ora il nodo degli espropri

Nuovi campi di fotovoltaico per oltre 10 ettari a Monterosso stazione, mentre il comitato intensifica la lotta contro gli impianti raggiungendo quota 1.800 firme spunta il nodo degli espropri. Si deciderà entro settembre, in sede di conferenza dei servizi, sulla richiesta autorizzazione all’installazione dei due impianti di fotovoltaico a terra, "Sassoferrato 1" e "Sassoferrato 2", con il progetto presentato dalla società Solar Challenge 7 srl di San Benedetto del Tronto. Regione, Provincia e Comune si sono già pronunciate, con delle mozioni di contrarietà, votate all’unanimità da tutti i gruppi consiliari. Nella prima seduta della conferenza dei servizi è emersa una forte dialettica tra Comune di Sassoferrato e Provincia di Ancona su chi debba procedere all’esproprio di 40 terreni per la realizzazione dell’elettrodotto, previsto nel progetto e necessario a veicolare fino al punto Enel di Sassoferrato, l’energia prodotta a Monterosso stazione. Sostanzialmente un percorso di quattro chilometri e mezzo.

Sarebbero espropri per pubblica utilità, ma i proprietari dei terreni sono già sul piede di guerra. Non è ancora ben definito chi debba procedere all’esproprio, un impegno che potrebbe essere richiesto alla società proponente. Il Comitato Monte Strega in conferenza dei servizi ha presentato tutti gli "elementi critici confluiti nella diffida inviata dall’avvocato Maria Raffaela Mazzi a tutti i soggetti chiamati a decidere". "Nel territorio del Comune di Sassoferrato – rimarcano i contrari - insistono già sette impianti di fotovoltaico a terra, con una produzione di energia verde di gran lunga superiore alle esigenze della comunità sentinate, una comunità di seimila e settecento persone". E ora il comitato Monte Strega incalza il sindaco di Sassoferrato Maurizio Greci: "Sindaco, non abbiamo visto un parere, una valutazione, un esame di quel progetto, presentato da una Società con un risibile patrimonio sociale accertato di 2.500 euro, e che avrebbe un costo di svariati milioni di euro. Non abbiamo saputo niente, come se il Comune potesse rimanere silente. Come mai si istruisce una pratica per costruire una cuccia per un cane e per un progetto come questo, il più impattante dal dopoguerra ad oggi, non si dice nulla?".

Poi l’appello: "Voglio sperare, vorrei dire sono certo vorrà opporsi con forte determinazione a uno scempio che si vorrebbe fare del territorio che Lei amministra ed ha il dovere di tutelare. Senza una posizione di netta opposizione del Comune che ne subirebbe tutti i danni, anche l’ampia opposizione della cittadinanza potrebbe rivelarsi inefficace. Forza sindaco".