Cameyi, uccisa a 15 anni. Processo ancora fermo: sotto accusa il fidanzato

Ennesimo rinvio per un intoppo burocratico: il ragazzo è tornato in Bangladesh. La studentessa era scomparsa da Ancona, il corpo venne ritrovato all’Hotel House.

Cameyi, uccisa a 15 anni. Processo ancora fermo: sotto accusa il fidanzato

La quindicenne Cameyi Mosammet era scomparsa da Ancona, dove viveva con la sua famiglia, il 29 maggio del 2010

Ennesimo rinvio per il processo per l’omicidio della quindicenne Cameyi Mosammet, i cui resti erano stati ritrovati in un pozzo nelle vicinanze dell’Hotel House di Porto Recanati nel 2018, non lontano da un casolare abbandonato. Ieri l’udienza preliminare del processo che vede imputato Kazi Monir, 34 anni, all’epoca dei fatti fidanzato della quindicenne bengalese, è stata rinviata al 29 gennaio. Ancora un intoppo. Non è stato accertato, infatti, se sia stato notificato oppure no a Monir, che da anni è tornato in Bangladesh, l’avviso dell’udienza preliminare. Dalle autorità locali non è arrivata la risposta se i pubblici ufficiali del Bangladesh siano riusciti a trovare e contattare l’imputato. Dunque, l’udienza è stata rinviata, come accade da anni, e in particolare dal 7 luglio 2021. Il processo per la povera quindicenne deve ancora partire.

Cameyi era scomparsa da Ancona, dove viveva con la sua famiglia, il 29 maggio del 2010. Di lei nessuna notizia per anni, nonostante gli appelli dei familiari. Poi nel maggio del 2018, otto anni dopo la scomparsa, il ritrovamento dei suoi resti in un terreno e in un pozzo nelle vicinanze dell’Hotel House, condominio dove viveva all’epoca Kazi Monir, il suo fidanzato, accusato dell’omicidio della giovane, per motivi di gelosia. Proprio ad una cella dell’Hotel House si sarebbe agganciato per l’ultima volta il cellulare della ragazzina. Sul suo fidanzato, fin da subito, si erano concentrate le indagini. L’imputato, accusato di omicidio volontario, è difeso dall’avvocato Marco Zallocco. Parti civili al processo, che è dunque ancora fermo, si sono costituiti la madre e i tre fratelli della quindicenne, che sono assistiti dall’avvocato Luca Sartini, e l’associazione Penelope Marche, che sostiene le famiglie delle persone scomparse, assistita dall’avvocato Marco Vannini.

Chiara Marinelli