REDAZIONE ANCONA

Calici d’argento rubati in chiesa Arrestato pensionato anconetano

Il 73enne è stato scoperto dai carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale: avrebbe rivenduto i pezzi trafugati a Corridonia a un commerciante di materiali preziosi residente nel capoluogo dorico.

Calici d’argento rubati in chiesa Arrestato pensionato anconetano

Erano stati rubati lo scorso febbraio dalla sacrestia della chiesa dei santi Pietro, Paolo e Donato a Corridonia, ma ora, grazie all’azione congiunta del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Ancona, e dei colleghi della Stazione dei carabinieri di Corridonia, i tre calci d’argento, di cui uno del 1772, sono stati recuperati. E i militari dell’Arma hanno anche tratto in arresto, in applicazione di una misura cautelare degli arresti domiciliari, disposta dal Gip di Macerata, un 73enne di Ancona, indagato dalla Procura per furto di beni culturali e autoriciclaggio. L’indagato, già noto alle forze dell’ordine e con precedenti specifici, secondo gli inquirenti, poco dopo il furto avrebbe venduto i beni ad un esercente di materiali preziosi anconetano, dichiarandone ingannevolmente la lecita provenienza mediante false attestazioni. Gli oggetti sacri trafugati sono stati restituiti, il 20 marzo, dai militari nelle mani del parroco Don Fabio Moretti.

Fondamentale per le indagini, oltre ai filmati del sistema di videosorveglianza installato all’interno della parrocchia, è stata la consultazione della banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, la più grande del mondo con oltre otto milioni di files relativi a beni da ricercare, gestita in via esclusiva dal Comando Carabinieri Tutela patrimonio culturale. "Ringrazio con stima il lavoro condotto dalle forze dell’ordine – ha affermato il parroco Don Fabio Moretti - oltre al valore artistico e storico, hanno compreso anche quello religioso che questi calci rappresentano, credo che alla fine sia una sorta di sacrilegio ciò che è stato compiuto". "Le indagini sono state molto rapide - ha aggiunto il sacerdote - grazie anche alle immagini che abbiamo potuto recuperare dal nostro sistema di videosorveglianza. In più la persona era nota ed è stato facile rintracciarla". Il ladro quel giorno partecipò alla messa delle 12, un’occasione dove il parroco usò proprio uno di quei calici trafugati, poi attese che tutti andassero via, dopodiché passò all’azione, sfondando la porta della sagrestia, appropriandosi così non solo dei tre oggetti di pregio (tutti risalenti a epoche comprese tra il XVIII e XX secolo), ma anche delle offerte presenti in chiesa, insieme a quelle raccolte nei funerali che sono destinate alla Caritas. "Senza dubbio conosceva il valore di ciò che rubava – ha chiosato Don Fabio Moretti – per noi era importante recuperare questi preziosi, perché non avremmo mai potuto ricostruirli o ricomprarli considerando che parliamo di pezzi unici".