Ancona, 28 aprile 2021- Rimpatriati quasi mille cactus rarissimi che, in aereo, hanno sorvolato l’Oceano per tornare in Cile. La sinergia tra Autorità Italiane e Cilene ha consentito uno storico 'rimpatrio' di mille cactus, appartenenti al genere Copiapoa, sequestrati lo scorso anno dai carabinieri Forestali nell’operazione Atacama ed estirpati dal 2015 al 2019 nei deserti cileni da un trafficante di piante protette residente in provincia di Ancona.
L’indagine di polizia giudiziaria, iniziata l’anno scorso e coordinata dalla Procura della Repubblica di Ancona, si è conclusa nei giorni scorsi con le notifiche di chiusura delle indagini ai due soggetti accusati di detenzione e traffico internazionale di specie protette dalla Cites (Convenzione Internazionale di Tutela delle Specie animali e vegetali protette e in via di Estinzione). L’attività, condotta per diversi mesi, ha consentito di portare alla luce una rete composta da almeno 19 trafficanti e collezionisti stranieri e italiani, con un traffico diretto principalmente verso i Paesi del medio oriente asiatico.
Le piante recuperate e sottratte ai trafficanti, rarissime e delicate, sono state poste sotto sequestro penale e affidate in un primo momento all’Orto Botanico dell’Università di Milano dove sono state custodite in una serra dotata di tecnologie all’avanguardia. Dopo accurate valutazioni e approfondimenti di carattere sistematico, fisiologico e fitopatologico si è valutato per il rimpatrio e la reintroduzione nel loro ambiente naturale d’origine delle piante: “questo – spiegano i carabinieri forestali - per riparare il danno subito dall’ecosistema e perché, nonostante le cure assidue, nei nostri climi rischiavano di morire o comunque di perdere le loro peculiarità.
In questo modo si è ottenuto di preservare in natura il patrimonio genetico di questi esemplari, alcuni dei quali presenti solo in piccole stazioni remote del deserto dell’Atacama in Cile e a serio rischio di estinzione. Nell’Atacama infatti ci sono condizioni climatiche estreme, dove non piove per anni e l’unica acqua a disposizione degli esseri viventi è quella ricavabile dall’aria umida che soffia dall’Oceano Pacifico.
Vista la consistenza numerica e dell’importanza biologica ed ecologica delle piante sequestrate, gli inquirenti hanno richiesto la collaborazione dell’Associazione per la Biodiversità e la sua Conservazione di Bologna (www. abc-network.it), nella persona del suo presidente Andrea Cattabriga, naturalista nonché membro dell’Unione Mondiale per la Protezione della Natura, gruppo di studio nelle cactacee e piante succulente. L’illustre scienziato, al fine di evitarne la dispersione o la morte e la conseguente perdita di un preziosissimo patrimonio genetico, ha valutato quale soluzione ottimale quella della restituzione al Cile.
Tra le autorità coinvolte nell’operazione è stato essenziale il contributo di Barbara Goetsch di Cambridge, che ha curato il reperimento dei fondi necessari per realizzare la complessa e costosa operazione e Pablo Guerrero, Direttore del dottorato in Scienze biologiche, dell'Università di Concepción in Cile, che è uno degli studiosi più importanti della flora del genere Cactus del suo Paese.
La partenza 12 aprile scorso e dopo un volo di tre giorni con scalo in Francia, le piante hanno raggiunto l’aeroporto di “Santiago de Chile” e sono state consegnate nelle mani del personale del Conaf per curare le successive tappe della reintroduzione in natura. L’operazione “Atacama” condotta dai Carabinieri Forestali del Nucleo Carabinieri Cites di Ancona guidate dal comandante Simone Cecchini ha permesso di far venire alla luce e sgominare un traffico illecito stimato in circa un milione di euro per il valore delle piante recuperate e poste sotto sequestro.