Prende il reddito di cittadinanza ma la guardia di finanza lo scopre a fare scommesse online che gli avrebbero fruttato fino a 122mila euro. Probabilmente un furbetto oppure un giocatore incallito che movimentava solo denaro virtuale. Proprio su questo punto si sta battendo la difesa di un 51enne, residente in città ma di origine laziale, incappato in uno dei controlli indetti dai militari proprio al fine di scovare chi non aveva i requisiti di percepire l’aiuto economico di Stato. II 51enne è finito a processo davanti alla giudice Tiziana Fancello per aver violato il decreto legge del 28 gennaio del 2019, convertito con modificazioni dalla legge 26 del 28 marzo del 2019, che chiarisce i beneficiari del reddito di cittadinanza con i relativi requisiti per accedervi. Stando alle accuse avrebbe presentato all’Inps una domanda, in data 6 marzo del 2019, per richiedere il reddito di cittadinanza, professandosi disoccupato e senza reddito. La domanda gli è stata accolta in tempi anche molto rapidi, era aprile dello stesso anno quando il 51enne avrebbe iniziato ad incassare la somma prevista. Successivamente però, sempre stando alle accuse, l’imputato, difeso dagli avvocati Elena Martini e Cristina Bolognini, avrebbe avuto diverse vincite di gioco. II 51enne sarebbe stato uno scommettitore assiduo che, tramite sistemi online, puntava denaro sugli esiti di partite sportive, soprattutto di calcio, e giocava anche a poker online. Per il 2019 avrebbe riscosso vincite per poco più di 11mila euro mentre per il 2020 un somma di quasi 14mila euro. Il tutto senza comunicare la variazione di reddito all’Inps che continuava ad erogargli il reddito di cittadinanza considerandolo indigente. Tra aprile del 2019 e novembre del 2020 l’imputato avrebbe cosi avuto dallo Stato 13.203 euro senza averne diritto. Andando a fondo nelle vincite, nei due anni indietro, 2017 e 2018, presi in riferimento per la dichiarazione Isee, è risultata una somma vinta al gioco di 122mila euro. Ieri è stato sentito in aula un finanziere che ha spiegato che per avere il reddito di cittadinanza l’uomo non doveva avere un patrimonio superiore a 6mila euro ma ne aveva di gran lunga superati i 10mila senza comunicarlo all’ente entro i quindici giorni consentiti. Per la difesa è possibile invece che il denaro calcolato dai militari era unicamente virtuale e veniva di volta in volta reinvestito nelle scommesse senza riscuoterlo veramente. Prossima udienza il 15 aprile.
CronacaCaccia ai furbetti. Reddito di cittadinanza e scommesse online: incassi da 122mila euro